Recensione Amnesia: The Bunker – fa davvero paura

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Amnesia: The Bunker compie un salto nel passato, agli albori di una serie che ha appassionato milioni di utenti in tutto il mondo, mettendo su un piatto un’esperienza che lascia l’utente con il fiato sospeso ad ogni passo, senza però riuscire a convincere pienamente nel gameplay. Scopriamolo assieme nella nostra recensione completa.

 

Trama

Il costrutto narrativo del gioco recensito è semplice ed elementare, limita completamente le scene di intermezzo, senza puntare su un racconto approfondito. L’ambientazione è la Prima Guerra Mondiale, impersoniamo Henri Clement, un soldato che, mentre stava cercando di salvare un proprio compagno, viene colpito da una granata, perdendo completamente i sensi. Al suo risveglio si ritrova in un bunker in cui non è rimasta anima viva (forse), nel quale comunque aleggia il terrore e la sensazione che qualcosa di brutto sia accaduto a tutti.

Il dubbio iniziale viene risolto dalla presenza di un unico soldato, rimasto ferito e confinato in un’area del bunker, il quale spiega che gli ufficiali hanno abbandonato al proprio destino i soldati semplici, fuggendo dal bunker e facendo saltare l’ingresso con la dinamite. Sarà ora nostro compito riaprire la via d’uscita, recuperando nelle varie aree sia la dinamite stessa che l’innesco per farla esplodere.

Una trama, come anticipato, relativamente semplice e basilare, che non rappresenta il fulcro del gioco. Il titolo è in lingua inglese, disponibile però con sottotitoli in Italiano. La colonna sonora è quasi assente, nel corso dell’intera avventura sentiremo solamente i nostri passi, ed ogni singolo rumore che echeggerà all’interno del bunker.

 

Grafica

Nella nostra prova su Xbox Series X (ricordiamo che Amnesia: The Bunker è disponibile sul Game Pass), non abbiamo notato rallentamenti o cali di frame rate degni di nota. I caricamenti tra le varie aree sono rapidissimi, bastano pochi secondi, permettendo così di godere di una certa fluidità nell’intera esperienza.

Come la maggior parte dei titoli di Frictional Games, il comparto tecnico andrebbe svecchiato, l’impatto visivo è discreto, ma mancano dettagli, le texture non sono al passo dei tempi, e la conta poligonale è limitata. Tanti piccoli aspetti che, se presi singolarmente, potrebbero far storcere il naso; osservando però l’insieme, la resa è molto buona, coinvolgente ed appassionante, ci auguriamo solamente che in futuro gli sviluppatori possano permettergli di fare il salto di qualità che si merita.

 

Meccanica di gioco e Gameplay

Amnesia: The Bunker è a tutti gli effetti un survival horror, dimenticatevi sparatorie o tante armi a disposizione (sono solamente due: revolver o fucile a pompa), l’unico obiettivo sarà quello di evitare il più possibile il mostro che si annida nelle gallerie ed i topi, famelici esseri pronti a farci molto male.

La tensione è il filo conduttore dell’esperienza, sia perché non dobbiamo fare rumore (in quanto la bestia uscirebbe allo scoperto), ma sopratutto la limitazione temporale della luce artificiale. Il punto centrale della mappa (discretamente ampia) è l’ufficio amministrativo, dove si trova il generatore di corrente; fin qui tutto bene, peccato che funzioni a benzina, sarà nostro dovere trovare le taniche di carburante, e periodicamente tornare alla base per riempirlo (viene fornito un timer da portare con sè che mostra il tempo residuo). Nel caso in cui si restasse senza corrente, in dotazione abbiamo una torcia a dinamo, fa pochissima luce, ma sopratutto fa rumore.

Gli enigmi ambientali cui veniamo sottoposti non sono complessi, gli sviluppatori vogliono invitare gli utenti a sperimentare, a trovare soluzioni per superare gli ostacoli, ecco quindi che una porta chiusa può essere facilmente sfondata con un sasso (scappate poi per il rumore), oppure una grata può essere aperta con il giusto attrezzo e così via.

L’inventario limitato, ha solo 6 slot accresce l’ansia e la tensione, obbligandoci a numerosi viaggi nella mappa per riuscire ad accaparrarsi del necessario al sostentamento. Sempre sulla stessa lunghezza d’onda troviamo anche le conseguenze alle ferite, infatti il personaggio lascerà una vera e propria scia di sangue che richiamerà i famelici topi, ed anche il mostro.  Il gameplay è semplice e ben congeniato, la longevità è estremamente ridotta, parliamo di un gioco che si termina in 4-5 ore, visitando tutte le aree e completando l’unico obiettivo: uscire sani e salvi dal bunker. Sparsi per le aree troviamo una serie di collezionabili, tra cui i documenti (fondamentali per scoprire le missioni secondarie o le combinazioni degli armadietti) che possono anche raccontare il contorno dell’intera vicenda.

 

Amnesia: The Bunker – conclusioni

In conclusione Amnesia: The Bunker è il classico survival horror che ci saremmo aspettati, un titolo che punta molto sulla tensione, senza incorrere nei classici jumpscare, riuscendo alla perfezione nel proprio intento. I punti di forza sono chiaramente l’ambientazione e l’ansia che riesce ad infondere nel giocatore, scelte stilistiche di successo in termini di gameplay, come anche i vari approcci nel superamento degli ostacoli, i salvataggi manuali, o anche tutto il sistema che ruota attorno all’energia elettrica del generatore a benzina. Un ritorno alle origini ben congeniato e studiato.

Dall’altro lato della medaglia troviamo un comparto grafico da aggiornare e svecchiare, ancora troppo arretrato in confronto agli standard attuali, e forse una trama troppo abbozzata (anche se è la risposta alle critiche dei capitoli precedenti).

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