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Recensione Chenso Club, action platform roguelite al femminile

Chenso Club lo potremmo definire come un action platform roguelite tutto al femminile, non tanto per la parità dei sessi, quanto per la presenza di un team di eroine, pronte a tutto pur di salvare il proprio pianeta. L’idea dello studio svedese è molto intrigante, vediamone la realizzazione nella recensione completa.

 

Trama e Grafica

Il costrutto narrativo non pecca di originalità, anzi affonda le mani negli stereotipi classici della maggior parte dei titoli in commercio, il pianeta di origine si trova in situazione di pericolo, una nuova minaccia incombe, alieni continuano ad invaderlo sterminando gli abitanti, fino a quando una giovane ragazza non decide di reagire. Con l’aiuto di Blue, una androide che punta tutto sulla potenza della propria motosega; avrà inizio un’avventura nel corso della quale il personaggio incontrerà nuove eroine disposte ad unirsi alla sua crociata, fino a creare un team di cinque persone, il cosiddetto Chenso Club.

Localizzato interamente in lingua inglese, presenta una colonna sonora di tutto rispetto, dialoghi volutamente umoristici ma solamente buttati lì, senza riuscire a scalfire nemmeno la superficie. Uno degli aspetti meglio riusciti dell’intera produzione riguarda sicuramente la grafica, molto bella in pixel art, fortemente colorata ed anche con una qualità superiore alle aspettative. I colori la fanno da padroni, ma anche le animazioni ed i modelli dei singoli personaggi non sono da meno, tutti differenti tra loro (vediamo comunque meno pixel rispetto ad un Dead Cells, per intenderci).

 

Meccanica di gioco e Gameplay

Chenso Club è action-game roguelite, con forte propensione verso il mondo dei platform, senza peculiarità o unicità che gli permettono di distinguersi dalla massa, tutto realizzato a solo scorrimento orizzontale (o meglio a due dimensioni). Il livello di difficoltà è, come potete immaginare, tendente verso l’alto, con un gameplay che richiede una buona capacità del giocatore pad alla mano. Per sconfiggere i vari nemici che si incroceranno, le eroine potranno fare affidamento su attacchi classici o speciali, con un focus importante sulle combo aree, obiettivamente le più difficili, poiché richiedono una concatenazione di più attacchi o pressioni, complicando di molto la vita del singolo giocatore.

I livelli sono tutti molto simili tra loro, sono vere e proprie arene divise le une dalle altre, all’interno delle quali dovremo sconfiggere tutti i nemici presenti, con tanto di boss finale. La longevità è estremamente ridotta, si può completare in circa 2/3 ore, potendosi comunque districare su ben 4 livelli di difficoltà, ciò permette l’avvicinamento anche dall’utente non particolarmente esperto di titoli dello stesso tipo.

La progressione del personaggio è complessivamente discreta, è possibile potenziare l’eroina sia acquistando elementi allo shop, che sfruttando i vari drop dei nemici. Particolare e caratteristica è la moneta di scambio, la nostra vita (più precisamente il sangue), avete capito bene, sarà nostro dovere riuscire a bilanciare al massimo tutto, trovando il giusto mix tra powe-up e vita residua, ma attenzione, perché quando moriremo perderemo tutto.

 

Chenso Club – conclusioni

In conclusione Chenso Club è un titolo tanto semplice quanto elementare nella realizzazione, considerando ciò che il mercato è attualmente in grado di offrire, lo possiamo considerare uno dei tanti roguelite bidimensionali attualmente disponibili, non in grado di spiccare, né di introdurre nulla di nuovo che ci permetta di consigliarlo. I suoi punti di forza sono rappresentati dalla buona caratterizzazione dei personaggi ed un comparto tecnico complessivamente solido ed affidabile.

Dall’altro lato della medaglia troviamo invece l’assenza totale di originalità, una longevità estremamente ridotta, ed una ripetitività superiore alle aspettative.

Chenso Club

6.1

Trama

6.0/10

Grafica

7.0/10

Gameplay

6.5/10

Longevità

5.0/10

Meccanica di gioco

6.0/10

Pros

  • Buona grafica
  • Gameplay solido
  • Caratterizzazione dei personaggi

Cons

  • Longevità ridotta
  • Poco originale
Denis Dosi

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