Recensione Elden Ring: il miglior gioco di FromSoftware di sempre

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Il grande giorno è arrivato, dopo una lunghissima attesa, ed un hype sempre crescente, Elden Ring ha finalmente visto la luce del mercato videoludico, proiettando milioni di utenti in un mondo vastissimo, irto di difficoltà, ma comunque pronto ad entusiasmare ed ammaliare. Scopriamo da vicino quello che, lo diciamo subito, è il miglior gioco di FromSoftware di sempre.

 

Trama

L’intera avventura si articola nell’Interregno, un mondo comandato un tempo da Marika l’Eterna, all’interno del quale regnava un certo equilibrio grazie all’Anello Ancestrale, un semplice “oggetto” in grado di fornire energia all’Albero Madre. Un giorno tale Anello andò letteralmente in frantumi, suddividendosi in tante piccole parti, che hanno preso il nome di Rune Maggiori, giunte nelle mani dei “figli di Marika”, dei veri e propri semidei che hanno sfruttato il potere delle stesse rune per accrescere la potenza e lo status. La brama di potere, tuttavia, li portò veramente alla follia, arrivando addirittura a scatenare una guerra, che ha preso il nome di Disgregazione, di cui si vedono ancora oggi gli effetti nell’Interregno.

In questo mondo entriamo in gioco noi, un Senzaluce, una creatura (non un essere vivente, in quanto senza vita) esiliata dallo stesso Interregno, che riesce a rimetterci letteralmente piede con uno scopo ben preciso: raggiungere il potere o ristabilire la dignità originaria. Nel corso del viaggio verremo accompagnati da Melina e la cavalcatura Torrente, cercando di sconfiggere tutti i possessori delle Rune Maggiori.

Non volendo proseguire oltre, per evitare spoiler, la trama scritta da Miyazaki con la collaborazione di R.R. Martin, è un qualcosa di unico nel proprio genere, all’interno del quale però è davvero molto semplice perdersi, a causa di un quantitativo incredibile di quest secondarie, e di conversazioni spesso enigmatiche. I completisti troveranno davvero pane per i propri denti, i tantissimi NPC sono sparsi in un mondo sempre più vasto e complesso, pensato appositamente per invogliare la massima esplorazione, ma che rischia di disperdere troppo le quest, anche a causa dell’assenza di indicatori che possano indirizzare in alcun modo.

Tutto è caratteristico per i souls di FromSoftware, quindi se avete amato i precedenti titoli, sappiate che non troverete assolutamente nulla di diverso, ma un’esperienza estesa alla massima potenza.

 

Grafica

La nostra prova è stata effettuata su Xbox Series X, è indubbio che l’Interregno nasconda un fascino davvero incredibile, le ambientazioni ricreate dagli sviluppatori sono coinvolgenti, tetre, cupe ed allo stesso tempo fantastiche. Cavalcando per le lande desolate restiamo ammaliati da alcuni scorci di castelli fluttuanti nel cielo, da miniere di cristallo in cui l’HDR permette di amplificare i punti luce, da forti e cittadelle definite alla perfezione. Prendendo tutto nell’insieme non possiamo che dire essere la migliore espressione di sempre della creatività del team di sviluppo.

E’ indubbio, tuttavia, che allo stesso tempo nasconda al proprio interno alcuni difetti e bug. Il frame rate, sebbene abbiamo scelto la modalità Prestazioni, non riesce ad essere stabile, sopratutto in campo aperto abbiamo notato rallentamenti importanti, che comunque non vanno ad inficiare il gameplay. Discorso simile per i dettagli della scena ad una distanza di almeno 10 metri dal soggetto, ruotando rapidamente l’inquadratura, è necessario 1 secondo prima che si inizino a vedere i dettagli più precisi. L’ultimo piccolo problema lo riscontriamo nei combattimenti, nonostante i grandi sforzi del team, ancora oggi i nemici si incastrano in determinate aree, e riescono a colpirci con fendenti che attraversano letteralmente le pareti.

Eccellenti la colonna sonora e la narrazione in sè, peccato solo che non sia stato localizzato completamente in lingua italiana (un “problema” marginale, i dialoghi non sono così tanti da perdere la connessione con il gameplay).

 

Meccaniche di gioco

Le premesse erano di un gioco pensato per non stressare particolarmente il giocatore, in Elden Ring notiamo un tentativo degli sviluppatori di avvicinarsi ad un pubblico più ampio, con statue di Marika o punti di grazia (dove salvare per intenderci) posti più vicino alle aree dove è facile morire, oppure introducendo gli spiriti da invocare in nostro aiuto, ma è proprio la struttura dell’esperienza ad aver permesso il tutto. L’aver lanciato un open world in cui l’utente può spaziare liberamente, garantisce una progressione lineare del personaggio, ed allo stesso tempo poter organizzare una difficoltà crescente, in modo che lo stesso giocatore abbia l’occasione di impratichirsi con le meccaniche, livellando il necessario prima di buttarsi in una nuova area.

Tutto questo vale per la prima metà dell’avventura, poi il livello pericolosamente verso l’alto, mettendo a dura prova le abilità e la pazienza dell’user. La varietà di armi, magie e incantesimi è a dir poco incredibile, sono davvero tantissime le soluzioni adottabili, pur mantenendo inalterate le statistiche di base, a cui aggiungere le Ceneri di Guerra (acquistabili a parte o guadagnabili nel gioco), vere e proprie mosse aggiuntive, nella maggior parte dei casi eseguibili solo mentre si impugna l’arma a due mani. Le armi possono essere potenziate presso i fabbri, fino ad un massimo di +25, mentre sono davvero moltissimi i mercanti sparsi per la mappa in cui spendere le proprie rune (la moneta del gioco), ed acquistare oggetti unici.

 

Statistiche e Mappa

In un mondo di gioco davvero vastissimo in cui perdersi per ore e ore, noi lo abbiamo completato in circa 80 ore per intenderci, come tutti i souls precedenti, anche Elden Ring spinge l’utente a costruire la propria build preferita, ereditando alcune caratteristiche di Sekiro. E’ stata introdotta la postura, definita stabilità, ovvero la possibilità di stordire per qualche secondo i nemici, in seguito a successivi colpi pesanti o in salto, avendo quindi l’occasione di causare moltissimi danni (peccato però che il contato sia nascosto, non visibile come in Sekiro). Avere una stabilità elevata conviene anche in fase difensiva, proprio per evitare di restare storditi, ed essere sconfitti in pochissimi secondi.

Oltre alle numerose statistiche personalizzabili, in Elden Ring troviamo rune maggiori talismani. Le prime vengono conquistate dai boss più importanti (i semidei di cui parlavamo prima), e dopo averle attivate possono conferire bonus importanti da utilizzare anche solo una volta. I talismani invece rappresentano i potenziamenti secondari, da equipaggiare a piacimento (e intercambiabili di volta in volta), utilissimi per migliorare determinate statistiche.

La mappa copre un’area davvero immensa, ricchissima di caverne, grotte, buche, rovine, dungeon o boss che si spostano liberamente all’interno della stessa; la varietà dei paesaggi è davvero incredibile, i legacy dungeon presentano un level design veramente perfetto, impreziosito dalla presenza del salto. Con l’introduzione di tale movimento, infatti, gli sviluppatori hanno potuto organizzare le aree anche in verticale, inserendo nuovi passaggi segreti e nascosti, incrementando ancora la varietà ed arricchendo notevolmente le mappe.

 

Elden Ring: conclusioni

In conclusione Elden Ring è un capolavoro assoluto, la migliore espressione artistica di FromSoftware, ed il gioco ideale per tutti gli amanti dei souls, oltre che per coloro che desiderano avvicinarsi per la prima volta a tale settore. I pregi sono tantissimi, in primis la varietà dei contenuti, una mappa ricchissima di cose da fare, spesso ripetute, ma che stuzzica continuamente la curiosità dell’utente finale.

Dall’altro lato della medaglia mettiamo solamente qualche difetto tecnico, con cali di frame rate importanti e perdite di dettaglio, ma niente che non si possa risolvere con patch di aggiornamento.

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