Horizon Forbidden West è il nuovo mastodontico open world di Guerrilla Games, che punta a migliorare l’incredibile esperienza vissuta negli anni con Aloy, buttandoci nell’esplorazione di un’area completamente nuova, ricca di macchine, quest e scorci davvero magnifici. Scopriamolo assieme nella recensione completa.
Trama
Il titolo corrente è il seguito cronologico di Horizon Zero Dawn, terminato con la (presunta) sconfitta di ADE, e la liberazione di Meridiana, da parte di Aloy ed i suoi fidi compari (ma con l’aiuto di Sylens). Un nuovo pericolo si mostra all’orizzonte, un virus sta infettando il pianeta, uccidendo letteralmente ogni forma di vita; l’unica via di scampo è recuperare GAIA, l’intelligenza artificiale (considerata dai nativi la Dea) che gestisce il sistema di terraformazione. Originariamente auto-distruttasi nel capitolo precedente, Aloy scopre essere presenti delle versioni di backup sparse per il mondo, per questo nei mesi precedenti all’inizio della nostra avventura, ha vagato tra le rovine degli Antichi alla ricerca del salvataggio perduto.
Il gioco inizia in un’area ristretta pensata per introdurre l’utente alle novità del capitolo, con una sorta di rapido tutorial, nel corso del quale apprendiamo che l’ultima di GAIA sembra essere nell’Ovest Proibito, un’area controllata da una tribù tutt’altro che amichevole, con la quale i membri di Meridiana hanno stretto una pace momentanea. Tornando delusi alla città, Aloy ed il suo compare, scoprono che Sylens non ha distrutto ADE, ma lo ha confinato nella lancia, per poi venire trasmesso nella stessa regione (Ovest Proibito), sfruttando la torre di comunicazione. Che lo si voglia o no, Aloy è quindi costretta a spostarsi in un’area in cui sopravvivere è ancora più difficile, cercando un’altra volta di salvare il mondo.
Questa è la base della storia, non abbiamo voluto approfondirla proprio per evitare spoiler; tuttavia non possiamo che apprezzare il ritmo e lo stile narrativo scelto da Guerrilla Games, condito con dialoghi mai troppo banali, e una direzione artistica molto vicina da una pellicola cinematografica. Eccellente il doppiaggio completo in lingua italiana, sia parlato che scritto.
Grafica
Nella nostra prova su PS5, siamo rimasti letteralmente estasiati dai risultati effettivamente raggiunti; gli scenari sono immensi, infarciti di dettagli dalla nitidezza e della definizione incredibile. Avviando il gioco sarà possibile scegliere tra due modalità: prestazioni o grafica, le cui differenze risiedono nel numero di FPS o nella risoluzione finale. Noi abbiamo mantenuto la modalità Prestazioni, i 60FPS sono rimasti costanti e precisi in ogni situazione di gioco.
Il personaggio è perfetto sotto ogni punto di vista, Aloy gode di una naturalezza e similitudine alla realtà praticamente unica nel proprio genere, il volto è naturale, con le classiche imperfezioni di un essere umano, diventando più realistico del solito volto creato al computer. Eccellente è anche la varietà dei costumi e delle varie tipologie di popoli che incrociamo nell’esplorazione di un mondo vastissimo, in grado di regalare scalate e panorami unici nel proprio genere, che difficilmente abbiamo mai trovato altrove. Ma non sono solo i panorami a farla da padroni, è anche la capacità degli sviluppatori di riempire lo schermo con animali, personaggi che corrono sulle passerelle delle città, cieli stellati e dettagli a fungere da corollario non essenziale, ma decisamente migliorativo.
La colonna sonora realizzata da un insieme di artisti, è il mix perfetto che riesce ad accompagnare con mano il giocatore nell’intera avventura. Le musiche sono un piacere per le orecchie, in grado di infondere emozioni perfettamente in linea con il momento vissuto nel corso della partita. La ciliegina sulla torta che rende l’esperienza complessiva, degna di essere vissuta.
Meccaniche di gioco e Gameplay
Horizon Forbidden West è un open world, l’intera avventura è ambientata in una mappa dalle dimensioni incredibilmente elevate, nella quale troviamo altrettante missioni da compiere, e quest secondarie da soddisfare. Con il titolo corrente le missioni secondarie assumono un ruolo più importante, di quanto ad esempio abbiamo visto in Far Cry 6, poiché composte da un numero elevato di step successivi che danno un senso alle richieste, e vanno a creare una sorta di storia secondaria che accompagna in parallelo la missione principale e l’esplorazione degli ambienti (come in Ghost of Tsushima). La varietà è il loro punto di forza, sono tutte missioni legate a personaggi che incrociamo nei villaggi, che mettono in risalto le loro problematiche, portandoci a compiere azioni diverse e mai ripetitive, con contenuti unici. Un importante cambiamento di rotta rispetto a quanto siamo abituati a vedere, che riesce a dare un senso alle quest secondarie.
L’esplorazione rappresenta una delle meccaniche più importanti di Horizon Forbidden West, la scoperta di aree nascoste ci porta a raccogliere oggetti rari, da rivendere a mercanti, o utili per potenziamenti e costruzioni di armi. Il crafting è altrettanto variegato, ben realizzato e congeniato, permettendo comunque di creare tutti gli accessori, senza strafare nelle richieste. Le fasi platform, o la cosiddetta scalata, permette di esplorare tantissime aree, arrampicarsi su un numero ancora maggiore di strutture, rocce o appigli in generale, lasciando all’utente una libertà di scelta e di approccio, quasi senza eguali.
Combattimento e Progressione
La progressione del personaggio è articolata, oltre al livello effettivo, con potenziamenti nelle armi (tramite il banco di lavoro e gli oggetti reperibili nel mondo di gioco) ed i cinque alberi abilità, suddivisi in relazione all’area di appartenenza. Un simil GDR che permette di approfondire perfettamente il personaggio, facendolo crescere a piacimento, valorizzando prima specifiche aree, piuttosto che altre.
I combattimenti sono l’altro fiore all’occhiello di Horizon Forbidden West, in quanto notevolmente migliorati rispetto al passato. Oltre a nuove armi ed uno scontro in mischia più avvincente, è proprio il comportamento delle macchine a risaltare particolarmente. Le abbiamo viste barcollare, allontanarsi se in difficoltà, o tentare l’ultimo assalto prima di morire, un realismo che appassiona e rende il gameplay ancora più avvincente. Non manca ovviamente la fase stealth, la possibilità di hackerare le macchine, controllandole a piacimento e tutto quanto avevamo già visto nel primo capitolo.
Horizon Forbidden West: conclusioni
Horizon Forbidden West è uno dei migliori open world di sempre, il papabile GOTY del 2022, per tantissimi motivi. In primis la scelta di riscrivere la storia delle missioni secondarie, allontanandole dal loro essere mere esperienze accessorie, infondendo in loro una vitalità ed una complessità che ha poco da invidiare alla storia principale. Graficamente è il titolo next gen che ti aspetti (sebbene tecnicamente sia cross-gen), esecuzione a 60fps senza rallentamenti, con definizione altissima, scenari fantastici a far da corollario ad un’ottima esperienza. In ultimo, a farla da padroni sono proprio i contenuti (nella loro varietà), i combattimenti ed il crafting.
L’unico aspetto negativo che abbiamo riscontrato riguarda forse il sistema di arrampicata, in alcune occasioni Aloy faceva fatica ad aggrapparsi correttamente agli appigli corretti, obbligando a ripetere l’azione. Sono dettagli però, Horizon Forbidden West è uno dei giochi più maestosi ed appassionanti degli ultimi anni.