Recensione Project Zero: Mask of the lunar Eclipse – la remastered torna a far paura

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Project Zero: Mask of the lunar Eclipse uscito giusto qualche giorno fa, è la remastered di un episodio di una delle saghe horror più apprezzate e discusse del mondo videoludico proveniente dall’Oriente, Fatal Frame. Serie che va ad identificare un classico survival horror in cui l’utente si ritrova ad affrontare spiriti malvagi con il solo ausilio della fotocamera. Scopriamo la resa finale nella nostra recensione completa.

 

Trama

Come nei migliori episodi di Fatal Frame, il costrutto narrativo che si cela alle spalle di Project Zero: Mask of the lunar Eclipse ruota attorno alle vicende che accomunano cinque ragazze, che purtroppo si ritrovano a condividere un’esperienza decisamente traumatica: il rapimento. Dopo essere state letteralmente strappate dalle braccia dei propri parenti, sono portate sull’isola di Rogetsu, dove vengono sottoposte ad un rituale; la vicenda si conclude positivamente, dato il recupero da parte della polizia, ma negli anni successivi due delle stesse ragazze vengono ritrovate morte, e tutto lascia pensare ad un suicidio.

Per cercare di fare luce sulla vicenda, Misaki Aso e Madoka Tsukimori, prendono la decisione di tornare sull’isola, armate della Camera Obscura, vengono nuovamente intrappolate dagli spiriti che popolano il luogo, cacciandole in un pericoloso limbo che le vedrà lottare continuamente tra vita e morte. Consapevole che le sue “compagne” sono in pericolo, l’ultima rimasta, Ruka Minazuki, corre sull’isola per aiutarle, ed il caso vuole che nello stesso periodo sia presente nello stesso luogo anche l’amatissimo poliziotto che all’epoca le trasse in salvo.

Atmosfera coinvolgente per un titolo che trasuda riferimenti verso gli horror nipponici, ma che allo stesso tempo risulta essere ben coibentato e comprensibile anche dagli occidentali non esperti del genere. Il senso di inquietudine vi accompagnerà per tutta l’esperienza, non facendovi mai sentire davvero al sicuro. Purtroppo il titolo è localizzato solamente in lingua inglese, con dialoghi in giapponese.

 

 Grafica

Project Zero: Mask of the lunar Eclipse venne lanciato nel lontano 2008, e per questo necessitava di una forte pulizia generale, che purtroppo è mancata nella remastered. Le texture sono fortemente datate, mentre la conta poligonale assolutamente limitata, a conti fatti si sente davvero la mancanza di una forte mano di pulizia generale della scena, gli unici miglioramenti sono stati posti in essere nella risoluzione, ora disponibile in 4K, e nel frame rate, finalmente stabile a 60fps (non ha mostrato tentennamenti di alcun tipo).

La scelta è consona a ciò che siamo abituati a vedere con le remaster, ma forse avremmo dovuto assistere ad un adeguamento del prezzo finale di vendita, considerando appunto essere un titolo graficamente datato, con poche migliorie e completamente localizzato in inglese, è difficile pensare di riuscire a venderlo bene a 49 euro.

 

Gameplay e Meccanica di Gioco

Il gameplay ricalca alla perfezione tutto quanto vi abbiamo raccontato con l’ultimo Fatal Frame, anche se avremmo preferito assistere a qualche piccolo ritocco qua e là, nell’idea di renderlo il meno legnoso e meccanico possibile. L’esplorazione è piacevole, come dicevamo l’ambientazione è ben realizzata e permette di mantenere sempre alto il livello di attenzione, ciò che manca è il ritmo dell’azione, ed una comodità degli spazi spesso minata da scelte stilistiche non sempre perfette.

Il fulcro dell’intera esperienza non può che essere la classica Camera Obscura, strumento essenziale per il rilevamento e l’uccisione dei fantasmi, con tempi di ricarica lentissimi che vi faranno tenere il fiato sospeso non poco. Per il resto si tratta a tutti gli effetti del classico survival horror, nel corso del quale dovremo prestare la massima attenzione alle aree attraversate, trovare le giuste chiavi per aprire le porte originariamente bloccate, e godere comunque di una progressione mirata esclusivamente sui potenziamenti della fotocamera, che consiste più che altro nell’acquisto di rullini specifici o migliori, per determinati fantasmi.

 

Project Zero: Mask of the lunar Eclipse – conclusioni

Project Zero: Mask of the lunar Eclipse è un titolo molto interessante per gli amanti del genere, gli utenti che hanno amato la versione Wii del 2008 ne resteranno sicuramente affascinati, e può anche essere un generoso punto di partenza per coloro che hanno apprezzato i modelli successivi. I suoi punti di forza sono legati sicuramente alla direzione artistica e alle ambientazioni, affascinanti e sconvolgenti allo stesso tempo, che riescono a catapultare il giocatore in un Giappone tetro costellato di fantasmi.

I contro purtroppo esistono e sono molteplici, la grafica è molto datata, se non per la risoluzione ed il frame rate non sembra essere stata minimamente toccata, con un gameplay tutt’altro che fluido. A corollare le negatività troviamo un prezzo effettivamente fuori da ogni logica.

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