Nel 2014, il colosso Facebook ha acquistato la famosissima applicazione WhatsApp per l’impressionante cifra di 16 miliardi di dollari, rendendo i suoi co-fondatori – Jan Koum e Brian Acton – degli uomini decisamente facoltosi. Mentre Koum continua a guidare l’azienda, Acton ha lasciato la società all’inizio di quest’anno per avviare una propria attività. A quanto pare ha deciso di non accontentarsi di WhatsApp: in un post su Twitter, Acton ha lanciato una sorta di appello, invitando gli utenti a cancellare Facebook.
“È tempo”, scrive Acton, aggiungendo l’hashtag #deletefacebook, che si può tradurre in “#eliminatefacebook”. Acton non ha risposto immediatamente a una richiesta di ulteriori dettagli e i vertici di WhatsApp hanno rifiutato di commentare.
L’osservazione si inserisce in un crescente sdegno pubblico per l’abuso delle informazioni private di decine di milioni di utenti di Facebook da parte di Cambridge Analytica, la società che ha sostenuto che ha aiutato Donald Trump a conquistare la Casa Bianca. La notizia è arrivata negli States nel fine settimana ed ha scatenato una vera e propria crisi, con legislatori statunitensi ed europei che hanno chiesto colloqui e indagini in corso da parte della Federal Trade Commission e di due procuratori generali dello Stato.
Con ogni probabilità il tweet di Acton si riferisce a tale scandalo, anche se – a onor del vero – lo scorso mese il co-fondatore dell’app più famosa al mondo ha investito 50 milioni di dollari in Signal, un’alternativa indipendente a WhatsApp. Non è chiaro se i sentimenti di Acton su Facebook si estendessero alla sua app.
Acton non è il primo ex dirigente di Facebook a esprimere il proprio disagio nei confronti dell’azienda dopo averla abbandonata. L’anno scorso, l’ex responsabile della crescita Chamath Palihapitiya ha causato una tempesta di polemiche dopo aver affermato quanto segue: “abbiamo creato strumenti che stanno distruggendo il tessuto sociale di come funziona la società”. Altri ex dirigenti che si sono dichiarati “pentiti” sono Sean Parker, Justin Rosenstein, e l’investitore Roger McNamee.
Di seguito il tweet originale di Acton:
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