L’App Store è uno dei punti di forza maggiori di Apple. Questo fin dal suo rilascio con l’OS 2 di iPhone nel 2008. Nel corso degli anni la piattaforma si è ampliata in maniera esponenziale fino ad arrivare ad oggi, dove le applicazioni presenti sono ben più di 2 milioni. C’è però chi pensa che l’azienda sia stata scorretta in tutti questi anni. Si tratterebbe infatti di un comportamento monopolistico quello che l’azienda sta attuando con la sua piattaforma. E’ davvero così?
Come in molti sapranno, Apple permette di scaricare App solamente dal suo store ufficiale. Ciò è stato visto di cattivo occhio e giudicato come un qualcosa che va contro i consumatori. I prezzi delle applicazioni continuano a salire e ciò non sarebbe accaduto se Apple avesse reso possibile l’acquisto di App anche su altre piattaforme. La vicenda va avanti dal 2011 e avrà una risoluzione definitiva entro giugno.
Cosa risponderà la Corte Suprema statunitense?
La faccenda è più complicata di quanto potrebbe sembrare. Lunedì si è tenuta la prima udienza presso la Corte Suprema degli Stati Uniti volta a stabilire se sia lecito o meno che l’azienda della mela morsicata incorra in una causa civile. Questa non darà infatti indicazioni in merito a quale delle due parti sia nel giusto. Apple non vende direttamente prodotti sul proprio App Store, sono gli sviluppatori a farlo. L’azienda si limita solamente a prendere una percentuale sui ricavi.
La Corte potrebbe decidere che i consumatori che hanno mosso la causa ad Apple non hanno il diritto di richiedere un risarcimento semplicemente perchè solo l’acquirente diretto ha diritto di fare causa al distributore. Di conseguenza la denuncia dovrebbe essere mossa dagli sviluppatori di App. Ovviamente non possiamo sapere quale sarà la decisione definitiva della Corte Suprema. Sappiamo solamente che una risoluzione della questione ci sarà entro giugno di quest’anno.