I cani sono stati i primi animali ad essere addomesticati e hanno instaurato uno stretto rapporto con gli umani da almeno 15.000 anni; oggi, sono tipicamente adottati per aumentare il benessere e la salute dei loro proprietari. Uno studio ha confrontato la composizione genetica dei gemelli che hanno adottato un cane con l’obiettivo di determinare se la tendenza ad adottare dei cani ha una componente ereditaria.
“Siamo stati sorpresi nel vedere che la composizione genetica di una persona sembra avere un’influenza significativa sul fatto che esse posseggano un cane. Queste scoperte hanno importanti implicazioni in diversi campi collegati alla comprensione dell’interazione cane-uomo. Sebbene cani e altri animali domestici siano membri comuni delle famiglie di tutto il mondo, poco si sa su come influiscono sulla nostra vita quotidiana e sulla nostra salute“, dice Tove Fall, autore principale dello studio e professore di Epidemiologia molecolare presso il Dipartimento di Scienze Mediche e il Science for Life Laboratory dell’Università di Uppsala.
Carri Westgarth, docente di interazione uomo-animale presso l’Università di Liverpool e coautore dello studio, aggiunge: “Questi risultati sono importanti in quanto suggeriscono che i benefici per la salute legati al possedere un cane possono essere in parte spiegati dalla genetica delle persone studiate“.
Lo studio sui gemelli è un metodo efficace per conoscere delle influenze dell’ambiente e dei geni sul nostro comportamento. Poiché i gemelli omozigoti condividono l’intero genoma e quelli eterozigoti condividono in media solo la metà della variazione genetica, i confronti possono rivelare se la genetica gioca un ruolo nel possedere un cane.
“Questi studi sui gemelli non possono dirci esattamente quali geni sono coinvolti, ma possono dimostrare per la prima volta che la genetica e l’ambiente giocano su sullo stesso piano nel determinare la tendenza ad adottare un cane. Il prossimo passo sarà cercare di identificare quali varianti genetiche influenzano questa scelta e in che modo si relazionano con i tratti della personalità“, afferma Patrik Magnusson, autore senior dello studio e professore associato di Epidemiologia presso il Dipartimento di Epidemiologia e Biostatistica medica e capo dello Swedish Twin Registry.
“Lo studio può aiutare a comprendere la storia profonda ed enigmatica del processo di domesticazione del cane“, afferma lo zoo-archeologo e coautore dello studio Keith Dobney, docente di paleo-ecologia umana presso il Dipartimento di archeologia dell’Università di Liverpool. “Decenni di ricerche archeologiche ci hanno aiutato a costruire un quadro piuttosto completo di dove e quando i cani sono entrati nel mondo umano, ma i dati genetici moderni e antichi ci consentono ora di esplorare direttamente perché e come ciò è avvenuto“.
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