Nell’epoca in cui le pietre regnavano sovrane, quando il mondo era giovane e i segreti della natura erano ancora sussurrati dagli antichi venti, un cibo insospettabile dominava le tavole dell’Europa. Le alghe, ora celebrate come il “verde” del futuro, erano l’insalata dell’età della pietra, un segreto ben custodito dell’alimentazione dei nostri antenati.
In un tempo in cui non esistevano supermercati, né chef stellati, gli uomini e le donne del Mesolitico sapevano già cosa significasse un pasto a base di natura selvaggia. Questi cacciatori-raccoglitori europei facevano una scoperta straordinaria, anche se all’epoca non lo sapevano ancora: le alghe, queste fronde marine, erano una risorsa preziosa e abbondante che sapevano come sfruttare.
È un dato di fatto scientificamente provato, emerso da recenti ricerche condotte dall’Università di Glasgow. I ricercatori, come moderni archeologi del cibo, hanno spolverato il passato, scoprendo le tracce delle alghe nei tartari dentali dei nostri antenati. Il loro lavoro ha portato alla luce la testimonianza dell’uso di alghe nella dieta degli antichi europei.
Le radici di questa storia affondano nelle remote Orcadi, in Scozia, in un luogo di sepoltura neolitico datato a circa 5.000 anni fa. Qui, nel tartaro dentale dei defunti, i ricercatori hanno trovato la prima prova tangibile di un passato gastronomico che abbracciava le alghe. La leader dello studio, Karen Hardy, ha descritto la loro scoperta come stupefacente, un’illuminazione inaspettata su ciò che una volta adornava i piatti dei nostri antenati.
I segreti dei nostri denti ci hanno portato in un viaggio attraverso 28 siti archeologici in Europa, fino al Portogallo. Da quei resti umani sepolti nel ventre della terra, sono emerse tracce chimiche di alghe e piante acquatiche, il ricordo di una dieta che abbracciava il mare e i suoi tesori. Questo studio ci rivela che le alghe erano parte integrante dell’alimentazione sin dal Mesolitico, da circa 8.000 anni fa, perdurando fino all’inizio del Medioevo.
Queste scoperte fanno sorgere domande affascinanti: cosa spinse gli antichi europei a gustare queste alghe marine? Era il sapore inebriante del mare o la loro ricchezza di nutrienti a conquistarli? E, forse, dovremmo prendere spunto da questa antica saggezza culinaria, riscoprendo le alghe come un’insalata che unisce il passato al futuro.
Ma c’è un piccolo dettaglio nel racconto di queste alghe dimenticate: da qualche parte nel vortice della storia, le alghe sono cadute in disgrazia in Europa. Oggi, mentre in Asia sono celebrate come supercibi, in Europa sono rimaste ai margini delle nostre tavole. Questa scoperta archeologica è un invito a una riscoperta, un promemoria che ci ricorda che il cibo del passato può essere il nutrimento del futuro. Le alghe, un tempo la nostra insalata dell’età della pietra, potrebbero ancora avere molto da insegnarci, sia come storia culinaria che come risorsa nutrizionale in un mondo che cerca soluzioni sostenibili.
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