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Alzheimer, mangiare bacche, mele e thè aiuta a prevenire la malattia

Un recente studio, del Centro di ricerca sull’invecchiamento umano USDA Jean Mayer (USDA HNRCA) presso la Tufts University, ha rilevato che mangiare quantità maggiori di bacche, mele e thè, potrebbe prevenire l’Alzheimer. Proprio così, i ricercatori hanno evidenziato, analizzando centinaia di casi, che gli anziani che hanno mangiato grandi quantità di questi alimenti, hanno meno possibilità di contrarre la malattia.

I frutti e gli alimenti ricchi di flavonoidi, sembrerebbero aiutare le persone più anziane a prevenire, oltre l’Alzheimer, anche tutte le altre forme di demenza. Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, è stato condotto su oltre 2.800 persone di età compresa pari o superiore ai 50 anni.

Alzheimer, la relazione tra gli alimenti e la malattia

Gli scienziati hanno esaminato la relazione tra gli alimenti ricchi di flavonoidi e il rischio di Alzheimer e di tutti i tipi di demenza. Mentre precedenti studi hanno analizzato questa relazione solo a breve termine, la ricerca attuale ha analizzato un lasso di tempo maggiore.

I flavonoidi sono sostanze naturali presenti nelle piante, tra cui frutta e verdura come pere, mele, bacche, cipolle e bevande a base vegetale come tè e vino. Inoltre sono associati a vari benefici per la salute, tra cui una ridotta infiammazione. Il cioccolato fondente è un’altra fonte di flavonoidi.

Il team ha perciò stabilito che il basso consumo di questi alimenti aumenta la possibilità di avere in seguito un tipo di demenza. Esempio:

        • Una bassa assunzione di flavonoidi (mele, pere e tè) è associata a un rischio doppio di sviluppare ADRD.
        • Un basso apporto di antociani (mirtilli, fragole e vino rosso) è associato a un rischio quadruplo di sviluppare ADRD.
        • un basso apporto di polimeri flavonoidi (mele, pere e tè) è associato a un rischio doppio di sviluppare ADRD o demenza.

Questi risultati sono simili per quanto riguarda l’Alzheimer.“Il nostro studio ci fornisce un quadro di come la dieta nel tempo possa essere correlata al declino cognitivo di una persona, poiché siamo stati in grado di esaminare l’assunzione di flavonoidi per molti anni prima delle diagnosi di demenza dei partecipanti”, ha affermato Paul Jacques, autore dello studio.

Alzheimer, lo studio dietro i benefici

Al momento non esistono farmaci efficaci per curare l’Alzheimer o altri tipi di demenza, quindi fare una dieta sana per prevenire queste malattie è da prendere in grande considerazione. I ricercatori hanno analizzato sei tipi di flavonoidi e confrontato i livelli di assunzione a lungo termine con il numero di diagnosi di AD e ADRD più avanti nella vita. Alcuni esempi di livelli includono:

  • Una bassa assunzione di flavonoidi è come non ingerire nessuna bacca in un mese, nessuna quantità di thè e una mela e mezza.
  • Un’elevata assunzione, al contrario, corrisponde ad ingerire circa 7 tazze di mirtilli o fragole( antociani), otto mele o pere ( flavonoli) e 19 tazze di thè ( polimeri flavonoidi) al mese.

Possiamo affermare che i cinquant’anni sono un ottimo inizio per cambiare il proprio stile di vita e assumere questo tipo di alimenti per prevenire questo genere di malattie. Lo studio come abbiamo già detto sopra ha analizzato persone di mezza età che assumevano flavonoidi più o meno regolarmente.

Per raggiungere risultati importanti ci sono voluti circa cinque anni per ogni caso e sono stati utilizzati questionari sull’alimentazione. Ovviamente fattori come il fumo, l’attività fisica e la massa corporea non sono stati presi in considerazione nell’analisi statistica.

Annalisa Tellini

Musicista affermata e appassionata di scrittura Annalisa nasce a Colleferro. Tuttofare non si tira indietro dalle sfide e si cimenta in qualsiasi cosa. Corista, wedding planner, scrittrice e disegnatrice sono solo alcune delle attività. Dopo un inizio su una rivista online di gossip Annalisa diventa anche giornalista e intraprende la carriera affidandosi alla testata FocusTech per cui attualmente scrive

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