Anche i robot hanno bisogno di dormire

Date:

Share post:

Nuovi studi rivelano che il “sonno dei robot” nelle reti neurali che imitano le reti biologiche è molto necessario per prevenire la perdita di stabilità. Il sonno è essenziale per una persona in buona salute, ma è davvero così importante per l’intelligenza artificiale? Può sembrare qualcosa saltato fuori da una sceneggiatura di fantascienza, ma la verità è che esiste il sonno dei robot. Almeno, è la teoria che difende un team di scienziati del National Laboratory di Los Alamos, negli Stati Uniti.

Secondo i ricercatori, gli algoritmi diventano più stabili se attraversano un periodo di “riposo” simile a quello richiesto dal cervello umano. Come al solito nell’intelligenza artificiale, è necessario addestrarlo per ottenere i risultati desiderati. Tuttavia, questo team ha scoperto che, dopo diverse sessioni di allenamento, le reti neurali diventano instabili e non sono in grado di eseguire una determinata azione nel modo più efficace.

Di fronte a questa scoperta, gli scienziati hanno deciso di esporre le reti neurali a stati simili alle onde cerebrali che il cervello umano sperimenta durante il sonno. È interessante notare che il risultato è stato molto utile.

 

La ricerca

Per raggiungere questo obiettivo, i ricercatori hanno sperimentato diversi tipi di onde e il miglior risultato è stato ottenuto con le onde sonore gaussiane, che includono una vasta gamma di frequenze e ampiezze.

L’autore principale di questa indagine, Yijing Watkins, ha spiegato che questo problema si pone solo quando si tenta di utilizzare processori neuromorfi biologicamente realistici o quando si cerca di comprendere la biologia stessa.

La stragrande maggioranza dei ricercatori di intelligenza artificiale non incontra questo problema perché, nei sistemi artificiali che studiano, hanno il lusso di eseguire operazioni matematiche globali che hanno l’effetto di regolare il guadagno dinamico complessivo del sistema. Ciò significa che non trovano la perdita di stabilità che abbiamo osservato”, ha detto.

Fondamentalmente, gli scienziati sostengono che se l’obiettivo è ottenere una rete neurale il più realistica possibile, dobbiamo anche essere realistici quando si tratta di riposare.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

Related articles

WhatsApp: i messaggi fissati nelle chat si evolvono

WhatsApp continua a lavorare a modi alternativi per aumentare le interazioni tra utenti all'interno del suo servizio di...

L’Aumento Senza Precedenti della CO2: Un Allarme per il Clima Globale

L'aumento dell'anidride carbonica (CO2) nell'atmosfera è oggi un fenomeno di grande preoccupazione per scienziati e ambientalisti di tutto...

L’autismo e i microbi intestinali: una connessione profonda

L'autismo è un disturbo neurosviluppale complesso che colpisce la comunicazione sociale, i comportamenti ripetitivi e la capacità di...

Prospettive sulla terapia genica per la sindrome del “bambino bolla”

La sindrome del "bambino bolla", scientificamente nota come epidermolisi bollosa (EB), è una malattia genetica rara e devastante...