Lo Zwicky Transient Facility (ZTF), fino ad ora ha osservato migliaia di supernove esterne alla nostra galassia e oltre un miliardo di stelle all’interno della Via Lattea. Ma un asteroide in particolare ha attirato l’attenzione degli scienziati.
Lo ZTF è stato installato sullo Samuel Oschin Telescope presso l’Osservatorio Palomar del California Institute of Technology a Marzo. Grazie al suo ampio campo visivo e ad una nuova macchina fotografica topografica, il 4 Gennaio ha potuto individuare l’asteroide noto come AQ3 2019, che non ha nulla in comune con gli altri.
AQ3 2019 è stato individuato attorno all’orbita di Venere, uno dei primi ad essere rintracciati attorno al pianeta. Ha una traiettoria verticale e il suo periodo di rivoluzione è più corto di qualsiasi altro asteroide noto, completa un anno ogni 165 giorni. Gli scienziati stimano che il suo diametro si aggiri attorno agli 1,5 chilometri, anche se non sono stati ricavati abbastanza dati per avere una misurazione certa.
Quanzhi Ye, uno studioso postdottorato presso il centro dati e scienza per l’astronomia del California Institute of Technology, ha dichiarato al Minor Planet Center: “Questo è uno dei più grandi asteroidi con un’orbita interamente all’interno dell’orbita della Terra, una specie molto rara. Sotto molti aspetti AQ3 2019 è davvero un asteroide strano“.
Una delle più evidenti particolarità di AQ3 2019 riguarda la sua orbita verticale. Essa scende accanto a Mercurio e risale fuori dall’orbita di Venere, ciò lo rende un asteroide di Atira (o Apohele) una classe che include circa 20 degli 800.000 asteroidi conosciuti nel Sistema Solare.
Tom Prince, ricercatore senior del Jet Propulsion Laboratory ha affermato: “Questi piccoli asteroidi sono abbastanza luminosi da essere rilevati durante il breve periodo in cui sono molto vicini alla Terra. Durante questa breve finestra, gli asteroidi si muovono molto velocemente, ponendo sfide per gli astronomi per trovarli e rintracciarli“.
Tramite le sue nuove tecnologie lo Zwicky Transient Facility potrebbe rendere altri telescopi in grado di studiare questi corpi celesti nello spazio inesplorato vicino al Sole. Come afferma Anne Kinney: “L’inizio delle operazioni di routine di ZTF segna una nuova era nella nostra capacità di catturare i cambiamenti che avvengono nell’universo“.
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