Otto anni fa una meteora è entrata nella nostra atmosfera terrestre a più di 100 miglia orarie prima di esplodere in tanti piccoli frammenti e cadere nell’Oceano Pacifico meridionale. Alcuni scienziati ritengono che sia di un’altro sistema solare, il che se fosse vero lo renderebbe il primo oggetto di un’altro sistema a schiantarsi sulla Terra. Ora il professore Avi Loeb sta pianificando una spedizione nel fondo dell’Oceano per cercare di recuperare i frammenti della meteora.
Analizzandoli spera di trovare le possibili origini di questo oggetto e scoprire se potrebbe trattarsi di un possibile strumento creato dalla tecnologia aliena. Ovviamente non tutti sono d’accordo con questa teoria, in quanto non ci sono abbastanza prove sull’oggetto e anche sulla possibile teoria aliena.
Designato CNEOS 2014-01-08, è stato rilevato nel 2014 da una rete di satelliti utilizzati per monitorare i cieli per asteroidi potenzialmente pericolosi. Utilizzando i dati pubblicati dalla NASA, i ricercatori hanno suggerito per la prima volta che l’oggetto provenisse dall’esterno del nostro sistema solare nel 2019. Secondo lo studio l’oggetto si stava muovendo molto velocemente prima di esplodere nella basa atmosfera, circa a 40 chilometri orari e proprio da questo si poteva dedurre che non poteva appartenere al sole.
Alcuni dei dati si basavano su osservazioni provenienti da sistemi di rilevamento missilistici classificati, rendendo impossibile la verifica delle stime del precedente studio sulla velocità dell’oggetto per i revisori. Tuttavia ad aprile, una nota pubblicata dal Comando spaziale statunitense sembrava confermare che l’oggetto provenisse da un altro sistema stellare. Ora l’astrologo sta lanciando una spedizione di circa un milione di dollari finanziata privatamente. Sulla base dei dati del Dipartimento di Difesa il team di ricercatori ha concentrato la sua ricerca in un’area di 40 miglia quadrate.
Dice che testare la composizione dell’oggetto potrebbe determinare se assomiglia a quelli che si trovano nel nostro sistema solare. C’è anche la possibilità che sia fatto di una lega che la natura non mette insieme, e ciò implicherebbe che l’oggetto sia tecnologico. Molti astronomi respingono l’idea che l’oggetto sia tecnologico, dicendo che ci sono spiegazioni naturali molto più semplici e molto più probabili. E alcuni sono riluttanti a concludere che la meteora sia arrivata anche dall’esterno del nostro sistema solare. Il problema più grande sono i dati stessi. È difficile osservare oggetti piccoli e veloci nell’atmosfera.
Poiché alcuni dati provengono da una rete che include satelliti militari classificati, i dati disponibili vengono privati delle informazioni che potrebbero rivelare le capacità di difesa degli Stati Uniti, come le barre di errore che indicano la precisione delle misurazioni. Ci sono troppe variabili, ad esempio i venti atmosferici e le correnti oceaniche, per individuare con sicurezza un luogo di ricerca. Se ciò sarà vero ci troveremmo davanti ad un qualcosa che non abbiamo mai visto prima.
Foto di Craig Letourneau da Pixabay
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