Volenti o nolenti, anche l’agricoltura sta diventando cyber. Ne è la prova quanto fatto dal MIT per migliorare il sapore del basilico.
Già perchè, come spiegano gli stessi autori della ricerca:
“l’agricoltura cibernetica idroelettrica ottimizzata per l’apprendimento automatico, ha prodotto una pianta superiore con sapori più robusti”.
Si tratta di uno studio condotto dal Media Lab del MIT e dall’Università del Texas ad Austin per capire come migliorare e automatizzare l’agricoltura.
Nello studio, pubblicato oggi su PLOS ONE, la domanda che si poneva era se un ambiente di sviluppo potesse trovare ed eseguire una strategia che portasse ad un determinato obiettivo. Nella fattispecie, basilico con sapori più forti.
Un compito con numerose variabili da modificare: tipo di suolo, caratteristiche dell’impianto, frequenza e volume dell’irrigazione, illuminazione e così via.
Come il MIT ha implementato il profumo del basilico
L’obiettivo era la concentrazione di molecole che producono l’aroma. Ciò significa che è un adattamento naturale per un modello di apprendimento automatico, che da quella varietà di input può fare una previsione su quale produrrà il miglior risultato.
“Siamo davvero interessati a costruire strumenti in rete che possano fare l’esperienza di una pianta, il suo fenotipo , l’insieme di stress che incontra, e la sua genetica. E digitalizza cio’ per permetterci di capire l’interazione pianta-ambiente “
come ha spiegato Caleb Harper del MIT in un comunicato stampa.
Quanto meglio comprendi tali interazioni, tanto meglio puoi progettare il ciclo di vita dell’impianto, magari aumentando la resa, migliorando il sapore o riducendo gli sprechi.
In questo caso il team ha limitato il modello di apprendimento automatico all’analisi e all’accensione del tipo e della durata della luce sperimentati dal piante. Con l’obiettivo di aumentare la concentrazione aromatica.
Pronti ad assaggiare il cyber-pesto?