Il primo studio a descrivere cosa succede nei polmoni colpiti dal Covid-19 è stato pubblicato sulla rivista The Lancet. L’equipe del Papa Giovanni e dell’ospedale Sacco di Milano hanno effettuato 38 autopsie per la ricerca. Tuttavia da allora a Bergamo ne sono state effettuate un centinaio.
Al Papa Giovanni sono stati i primi a descrivere gli effetti del coronavirus sui polmoni, ma è importante avere un quadro generale confrontando gli esami con altri polmoniti causate da virus simili come Sars e Mers. L’aspetto più caratteristico è senz’altro la formazione di trombi polmonari. Da qui si è cominciato ad usare gli anticoagulanti per cercare di contrastare il virus.
Questo studio, finora unico al mondo, apre le porte a nuove terapie soprattutto dove l’emergenza è ancora in atto. La scoperta di agire sulla coagulazione del sangue può cambiare determinate regole, soprattutto nei paesi dove i protocolli sono molto più rigidi. Ciò può portare ad un nuovo approccio terapeutico, anche se non sono stati esaminate autopsie.
In Italia alcune voci lo vedevano già in funzione da metà marzo e con alcuni buoni risultati, fuori dalla Lombardia alcuni pazienti gravi ne hanno beneficiato. Ciò non significa che ora automaticamente il Covid-19 venga trattato sempre con gli anticoagulanti. D’ora in poi, fondata la base, si dovranno effettuare alcuni trial clinici di controllo per vedere gli effetti e capire come curare i pazienti. Speriamo che il virus non torni per una seconda ondata di contagi.
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