Circolano nuove notizie per chi crede nell’esistenza del mitico Big Foot. Una nuova ricerca ha utilizzato la statistica per rispondere una volta per tutte alle domande su questa famosa creatura. L’arma per rispondere a queste domande? La matematica.
Floe Foxon, una scienziata dei dati, ha deciso di applicare le sue conoscenze per risolvere questo mistero secolare. La conclusione? Statisticamente parlando, è “molto probabile” che gli avvistamenti di Big Foot non siano altro che orsi neri. Foxon ammette di non credere all’esistenza della creatura, ma sottolinea che “sarebbe arrogante dire che non ci sono ipotesi“. Così, ha deciso di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro.
Lo scienziato ha analizzato i dati degli avvistamenti di orsi per stimare quanti ne sarebbero stati necessari, statisticamente parlando, per essere scambiati per il famoso ominide bipede di dieci piedi. “In media, per ogni 900 orsi in un dato stato o provincia, ti aspetteresti di vedere un ‘avvistamento’ di Big Foot. La spiegazione più probabile è quindi che molti avvistamenti di Big Foot siano in realtà avvistamenti di orsi neri, il che ha senso perché gli orsi occasionalmente camminano bipedi sulle zampe posteriori, quindi possono assomigliare un po’ a scimmie giganti“.
E Nessie?
Big Foot non era l’unica creatura mitica su cui Foxon si è concentrato: è stata studiata anche la probabilità che esistesse il famoso mostro di Loch Ness. E se ci sono abbastanza orsi negli Stati Uniti e in Canada perché la tua ipotesi sia vera, lo stesso non si può dire della mitica Nessie.
Nel 2019, la ricerca ha analizzato il lago per il materiale genetico del plesiosauro e non ha trovato tracce. Non sono stati rilevati nemmeno segni di storione, pesce gatto o squali della Groenlandia – animali che si ritiene siano stati scambiati per il mostro.
Tuttavia, l’analisi ha trovato grandi quantità di DNA di anguilla, il che suggerisce che Nessie potrebbe essere stata un’anguilla gigante. Sfortunatamente, i test del DNA non danno indizi sulle dimensioni degli animali.
L’analisi di Foxon contraddice questa ipotesi. I dati rivelano che la probabilità di trovare nel lago un’anguilla lunga più di un metro sarebbe di una su 50.000. “Per un’anguilla di sei metri, la probabilità è praticamente zero. Quindi, anche se ci sono molte anguille nel Loch, non sono molto grandi”, sottolinea.
Questo mistero rimane aperto e la possibilità che si tratti solo di una leggenda metropolitana senza alcun fondamento è lo scenario più probabile. Foxon ritiene inoltre che “altre spiegazioni naturali come gli effetti delle onde, i legni e l’occasionale attraversamento di animali” possano essere la ragione dietro la fede nell’esistenza di Nessie. “Mi piacerebbe pensare che ci fosse dell’altro, ma probabilmente non c’è. È interessante immaginare, nonostante tutto”, conclude.