Il Black Friday è ormai una ricorrenza conosciuta in tutto il mondo, anche se negli ultimi nomi è stata così tanto edulcorata che ha un po’ perso il suo significato originale a livello commerciale. Nonostante questo, anche solo a sentirlo nominare, potrebbe capitare di reagire in un certo modo, una sorta di frenesia. Si tratta di una risposta chimica del nostro cervello che ci spinge a comprare di più di quello che ci serve. Vale sempre questo discorsi quando si parla di saldi, ma ancora di più in un periodo dove sono così concentrati.
Nello specifico, a reagire nel nostro cervello è la regione chiamata nucleo accumbens, e in parte minore anche altre parti. La sua mansione principale è quella di gestire la soddisfazione e in parte ha una funzione nell’elaborare le emozioni. Sentire parla di Black Friday quindi si attiva quest’ultimo ed entra in gioco la dopamina, un neurotrasmettitore che lavora su quelli che sono chiamati centri della ricompensa e del piacere.
L’effetto del Black Friday e a livello psicologico
Il Black Friday, per come è pensato ed è stato sviluppato in ambito commerciale e pubblicitario negli ultimi anni, fa leva soprattutto su questo aspetto nel nostro cervello. Si crea un circolo vizioso dove diventiamo prede della stessa dopamina in quanto quest’ultima aiuta anche a comparsi in modo più impulsivo aumentando quindi la facilità con cui si fanno gli acquisti.
La strategia per resistere al Black Friday sono molte, sicuramente prendere tempo prima di fare un acquisto o fare una lista della cose che ci servono prima per non prendere altre o anche solo darsi un budget. Questo vale sia per gli acquisti online che quelli nei negozi fisici.