Il Periodo Triassico, circa 252 a 201 milioni di anni fa, fu un periodo di mutamento volatile, in particolare durante un intervallo noto come il Carnico (circa 237-227 milioni di anni fa). Tre eventi drammatici si sono verificati sulla Terra: sono comparsi i primi dinosauri, gigantesche eruzioni vulcaniche hanno diffuso gas serra e il clima si è improvvisamente spostato in condizioni più calde e più umide. Quest’ultimo evento è stato chiamato dagli scienziati il Carnian Pluvial Episode (CPE). Recenti lavori suggeriscono che questo cambiamento climatico abbia stimolato la diversificazione precoce dei dinosauri, ma non ci sono dati certi che possano confermarlo. Inoltre, almeno fino ad oggi, non era chiaro se il CPE fosse stato un evento climatico globale o meno.
In un nuovo studio sulla rivista Gondwana Research, un gruppo internazionale guidato da Adriana Mancuso, ricercatrice del CONICET (National Scientific and Technical Research Council), ha dimostrato che il CPE ha colpito l’emisfero australe, in particolare il Sud America. Questo rafforzerebbe la teoria che possa essere stato un evento globale. Fino ad ora non c’erano studi paleoclimatici che potessero dimostrare in modo conclusivo che il Carnian Pluvial Episode si fosse verificato nell’emisfero meridionale. Il team, che comprendeva ricercatori dell’Università dello Utah e del Centro di geocronologia di Berkeley, ha studiato le rocce carniche della formazione di Los Rastros in Argentina. Per la prima volta, il team ha datato con precisione la cenere vulcanica conservata nei sedimenti lacustri e ha messo insieme il paleoclimato in questo momento.
Carnian Pluvial Episode è stato un evento globale? La datazione delle ceneri vulcaniche ha dato una prima risposta
Per datare lo strato di cenere, gli scienziati hanno isolato piccoli cristalli di zircone simili ad aghi, minerali che agiscono come capsule temporali. Quando lo zircone si cristallizza durante un’eruzione, intrappola l’elemento uranio nella sua struttura cristallina, ma non incorpora mai piombo. Qualsiasi piombo conservato oggi nei cristalli è il risultato del decadimento radioattivo dell’uranio. Poiché gli scienziati conoscono questo tasso di decadimento, possono misurare il rapporto tra uranio e piombo in ciascun cristallo di zircone e calcolare quanto tempo indietro si sono formati i cristalli. Nel presente studio, questa misurazione è stata effettuata su un preciso spettrometro di massa presso il Centro di geocronologia di Berkeley.
Gli scienziati hanno quindi ottenuto dati paleoclimatici osservando le caratteristiche dettagliate nei sedimenti: i tipi di argilla conservati e gli isotopi di carbonio e ossigeno negli strati di calcare d’acqua dolce. Con queste misurazioni, i ricercatori hanno stimato la temperatura, l’umidità e l’aridità e hanno osservato un intervallo distinto di condizioni particolarmente calde e umide. Sulla base della data assoluta degli stessi strati, hanno concluso che corrispondeva in tempo con il CPE nell’emisfero settentrionale. Usando una varietà di analisi diverse, le inferenze paleoclimatiche risultanti erano più solide delle asserzioni precedenti fatte da una singola linea di evidenza.
Questo intervallo caldo/umido include anche casualmente strati che preservano le impronte fossili dei primi dinosauri o dei loro parenti più stretti. “Il nostro studio suggerisce che l’aspetto dei dinosauri in Sud America potrebbe essere collegato al CPE, ma i dati disponibili in tutto il mondo rimangono inconcludenti. Per creare un collegamento globale più solido tra il CPE e la diversificazione dei dinosauri richiederà molti studi più dettagliati sul paleoclima”, ha concluso Mancuso.