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Cervello, un ‘modem’ per restituire vista, parola e movimento

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Una startup californiana denominata Paradromics sta sviluppando una nuova tecnica per connettere il cervello a un computer con l’obiettivo di trasmettere dati a oltre un gigabit al secondo in modo da creare un’interfaccia neurale ad alta velocità.

Non si tratta di un approccio inedito, qualche mese fa vi abbiamo parlato del paziente tetraplegico che riesce a mangiare da solo grazie a un’interfaccia uomo-macchina. Il progetto che vi presentiamo oggi sembra ancora più ambizioso, stando a quanto fanno sapere i ricercatori potrebbe restituire vista e altre funzioni.

Interfaccia cervello-computer, la nuova frontiera

La compagnia intende utilizzare un modem cerebrale per ripristinare funzionalità perdute come l’abilità di parlare, si pensi a pazienti affetti dalla sindrome di Lou Gehrig. Se il progetto dove andare in porto, il dispositivo diventerebbe una interfaccia cervello-computer in grado di cambiare per sempre il mercato prostetico.

cervello modem restituire vista

Telecamere ad alta definizione potrebbero essere usate per restituire la vista, braccia prostetiche potrebbero inviare la sensazione del tocco dalle dita fino al cervello. “Quando riesci a connettere il cervello a un computer, poi puoi connettere il cervello a qualunque cosa che comunica con un computer”, ha dichiarato Matt Angle, CEO di Padromics.

A luglio Paradromics ha ottenuto la fiducia della DARPA, il dipartimento della difesa statunitense, 18 milioni di dollari per sviluppare questa tecnologia. La compagnia spera di inizare i test su umani entro il 2021. Second Sight ha testato occhi bionici su dieci non vedenti, uno dei principali ostacoli per questo genere di tecnologia è il rapido invio di informazioni al cervello.

Padadromics sta sviluppando il NIOB (Neural Input-Output Bus), una sorta di modem cerebrale in grado di leggere e contemporaneamente stimolare il cervello. Circa 50 mila connessioni microscopiche, ognuna delle quali collegata a un piccolo quantitativo di neuroni, da tre a cinque. Il NIOB può interagire con l’attività elettrica dei neuroni.

Per ottenere il tipo di definizione necessaria e un segnale abbastanza forte, le connessioni devono penetrare per qualche centimetro dentro il cervello, questo significa che impiantare il NIOB richiederà un intervetto piuttosto rischioso.

Fonte: seeker.com

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