In Cina si torna a parlare di quarantena. Una nuova città i richiude al resto del paese e di conseguenza anche al resto del mondo. Si tratta di Shulan, una città molto più piccola dell’epicentro della pandemia Wuhan, ma comunque enorme rispetto ai nostri standard. 700.000 abitanti in lockdown a causa di un nuovo focolaio di persone contagiate dal coronavirus.
Una battuta d’arresto in generale. La Cina era pronta a sollevare alcune delle limitazioni che ancora vigono per impedire la ripartenza dei contagi. La città in questione ora è considerata ad altro rischio e quindi è stata imposta la chiusura temporanea dei luoghi pubblici, scuole e anche trasporti pubblici.
La Cina e la paura del coronavirus
Ma Shulan non è l’unica città in questa situazione. Ne è stata individuata un’altra dove è presenta una situazione particolarmente critica. La città è Jiaohe. Le zone limitrofe hanno registrato casi preoccupanti e per questo motivo il governo centrale ha deciso di limitare i trasporti pubblici nell’area.
Anche i confini con la Russia e con la Corea del Nord. Nel primo caso ormai sembra che l’aumento dei casi è praticamente incontrollabile tanto che in poco tempo è diventato il secondo paese al mondo con più casi ufficiali. I numeri della Corea del Nord non si conoscono, ma anche in questo la situazione non sembra buona.
Nonostante tutti questi pericoli però, i casi ufficiali segnalati dalla Cina sono quasi zero e la preoccupazione è nuovamente il fatto che non ci sia completa trasparenza sulla portata del contagio.