Cometa viaggiatrice si ferma nelle vicinanze degli asteroidi di Giove

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Le osservazioni dello Hubble Space Telescope della NASA mostrano che un giovane oggetto simile a una cometa, che ha viaggiato per diversi miliardi di chilometri verso il Sole, ha effettuato un pit stop nei pressi di un gruppo di antichi asteroidi vicino a Giove. Questo inaspettato visitatore appartiene a una classe di corpi ghiacciati chiamati centauri, che si trovano tra Giove e Nettuno. La cometa stessa, tuttavia, sembra provenire dalla Cintura di Kuiper, una regione di detriti ghiacciati oltre l’orbita di Nettuno. Quando queste comete si avvicinano al Sole, vengono attivate per la prima volta dal calore crescente, che le trasforma dinamicamente in un corpo più simile a una cometa.

 

Perché la cometa si è avvicinata agli asteroidi di Giove

Secondo le simulazioni condotte al computer dal team di ricerca, l’oggetto ghiacciato, chiamato P/2019 LD2 (LD2), aveva probabilmente orbitato nelle vicinanze di Giove circa due anni fa. Il gigante gassoso avrebbe poi spinto gravitazionalmente la cometa vicino a una famiglia di antichi asteroidi, chiamati Troiani, che orbitano intorno al Sole accanto a Giove. Si ritiene che queste rocce spaziali siano materiale residuo della formazione dei pianeti esterni, avvenuta miliardi di anni fa.

Il ricercatore capo dello Hubble Space Telescope, Bryce Bolin, descrivendo questa cattura come un evento raro, dichiara che il visitatore deve essere entrato nell’orbita di Giove con la giusta traiettoria per avere questo tipo di configurazione che dà l’impressione che condivida l’orbita con il pianeta. Gli studiosi si interrogano su come sia avvenuta questa bizzarra cattura, e sono propensi a pensare che potrebbe essere collegata a un incontro ravvicinato con Giove.

All’inizio di giugno 2019, i telescopi Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS) della University of Hawaii hanno avvistato per la prima volta l’oggetto vagante, consentendo al team di Hubble di informarsi su una possibile attività della cometa. Anche le osservazioni successive dell’Apache Point Observatory nel Nuovo Messico hanno portato risultati simili, convincendo così il team a utilizzare il telescopio spaziale Hubble per dare un’occhiata più da vicino.

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