In tempi molto recenti si è visto come, a livello nazionale, TIM si sia portata alla creazione della prima infrastruttura di rete 4.5G LTE in grado di garantire bandwidth di utilizzo prossimo ai 500Mbps teorici, ma in Europa si pensa già al futuro del 5G.
Le connessioni di rete su infrastrutture di quinta generazione avranno, secondo i piani Europei ed internazionali (in un contesto più ampio), una stretta correlazione con la nuova teoria dell’Internet delle Cose, una complessa infrastruttura in cui i dispositivi dialogano per mezzo di un canale veloce, sicuro e sempre connesso al fine di migliorare il tenore di vita degli utilizzatori e consentire di ottenere un vantaggio dal punto di vista dell’affidabilità, dei costi economici ed energetici ad essi correlati.
Un piano, quindi, che ha come fulcro il 5G, visto come la possibilità di integrare il tutto in un progetto in cui velocità e sicurezza regneranno sovrani. Gaming online, streaming 4K con HDR fluido anche da mobile e infrastrutture cittadine di controllo e tele-gestione saranno coadiuvate dalle nuove piattaforme, ora in fase di accordo tra operatori ed organi di competenza dell’Unione Europea.
La Next Generation Mobile Networks Alliance (associazione di operatori, venditori, produttori e istituti di ricerca che si fanno carico di prestare le proprie competenza in materia di telefonia mobile) ritiene lecito pensare che il 2020 sia da considerarsi come punto di incontro tra la domanda e l’offerta. Un’opinione che trova riscontro anche negli esponenti dell’UE, le quali stanno tentando di accelerare i tempi portandosi ad un piano che contempli l’utilizzo della banda 700MHz.
Frequenze che, come noto, sono attualmente destinate ai canali di trasmissione televisiva per il digitale terrestre e per i canali di microfonia senza fili. Analogo discorso vale per la banda utile immediatamente successiva, ovvero la 80MHz (banda 20), la cui peculiarità risiede nell’alto potere di penetrazione degli ostacoli e nell’ampio raggio di copertura rispetto alla bande in HF (High Frequency) immediatamente superiori.
L’accordo si trova ancora in fase preliminare e nulla è stato ancora deciso, in quanto ci si attendono ancora istruzioni dagli Stati Membri della Comunità. Il problema maggiore, come si evince da quanto detto sopra, corrisponde alla fase di transizione delle bande utilizzate dalle emittenti televisive attuali.
In tal senso, la questione risulta delicata dal punto di vista della gestione delle potenziali interferenze di segnale 5G che si potrebbero verosimilmente manifestare tra i vari utilizzatori, specie in zone particolarmente congestionate. Ad ogni modo si procede speditamente alla ricerca di una soluzione valida che consenta di ottenere un segnale 5G pulito, sicuro e soprattutto veloce e che non vada in conflitto con i sistemi di telecomunicazione secondari, come la TV digitale.
Con focus particolareggiato sulla questione, rimaniamo in ascolto per futuri e, si spera, imminenti aggiornamenti in merito alla questione. In questo momento, quindi, rimettiamo nelle vostre mani la questione. Che cosa ne pensate dell’IoT e del fatto di renderci partecipi di una rete Internet su scala planetaria, dove tutti i dispositivi risultano in rete ed in comunicazione tra loro? A voi l’ultima parola.
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