Secondo una nuova ricerca condotta negli Stati Uniti, ma che per ovvie ragioni vale un po’ ovunque, i dipendenti dei negozi di alimentari sono i più a rischio di venire contagiati da questo coronavirus. Il motivo è che sono tra i lavoratori che più di tutti vengono a contatto con molte persone tra cui quindi anche possibili infetti.
Lo studio si è concentrato sui lavoratori considerati essenziali e quindi prende dentro anche gli operatori sanitari. Per quanto riguarda i dipendenti degli alimentari, ne sono stati presi in esame 104 a Boston. A maggio, di questi 104, 21 sono risultati positivi, ovvero il 25%. La maggior parte non aveva sintomi, il 76%.
Tra i diversi questionari che sono stati somministrati ai dipendenti, meno della metà ha rivelato di essere in grado di rispettare le pratiche di distanziamento sociale. Questo viene sottolineato anche dal fatto che la maggior parte degli infettati ha avuto un ruolo di contatto diretto con i clienti, il 91%.
Coronavirus: lo studio sui lavoratori essenziali
Le parole degli autori: “Questo è il primo studio a dimostrare il significativo tasso di infezione asintomatica, i rischi di esposizione e il disagio psicologico associato dei lavoratori essenziali della vendita al dettaglio di generi alimentari durante la pandemia. Una volta che i lavoratori essenziali sono stati infettati da SARS-CoV-2, possono diventare una fonte di trasmissione significativa per la comunità che servono. La nostra significativa scoperta sulla salute mentale richiede un’azione per fornire servizi completi di assistenza ai dipendenti per aiutare i lavoratori essenziali ad affrontare il disagio psicologico durante la pandemia COVID-19.”
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