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Il nuovo coronavirus non è un’arma biologica creata in laboratorio

Mentre gli Stati Uniti e la Cina si scambiano accuse sull’origine della pandemia di Covid-19, un gruppo di scienziati è riuscito a dimostrare che il virus è un prodotto dell’evoluzione naturale, confutando così le teorie della cospirazione.

Alcune di queste teorie teorizzavano che la SARS-CoV-2 fosse stata rilasciata per errore, mentre altri indicano tuttora che fosse tutto mirato a controllare la crescita della popolazione mondiale. Un nuovo studio, pubblicato su Natural Medicine, mostra che queste teorie non sono corrette.

I coronavirus sono un ampio gruppo di agenti patogeni responsabili di vari tipi di malattie, alcune delle quali gravi, come nel caso di focolai di sindrome respiratoria acuta grave (SARS), iniziata in Cina nel 2003, e della sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS), iniziata in Arabia Saudita, nel 2012.

A dicembre, le autorità cinesi hanno informato l’Organizzazione mondiale della sanità della presenza di un nuovo coronavirus e, poco dopo, la sua sequenza genetica è stata decifrata dagli scienziati.

Usando questi dati, un team dello Scripps Research Institute, negli Stati Uniti, ha analizzato i modelli di proteine ​​a forma di punta presenti sulla superficie del virus – che gli conferiscono l’aspetto coronato e che gli danno il nome – dimostrando che il virus ha avuto origine naturale e che è stato trasmesso da un animale all’umanità.

 

Una struttura ad uncino

Queste proteine ​​hanno una struttura ad uncino che si attacca alla cellula umana e la attacca con molecole che la costringono ad aprirsi, permettendo al materiale genetico del virus di entrare. Questo gancio esisteva già nel virus, ma i confronti genetici tra il nuovo coronavirus e gli altri virus della famiglia dimostrano che si è evoluto per colpire una proteina che esiste sulla superficie delle cellule umane, in una strategia di adattamento naturale.

La proteina del ceppo SARS-CoV-2 è così efficace nel legame con le cellule umane che gli scienziati hanno concluso che era il risultato della selezione naturale, non il prodotto dell’ingegneria genetica“, hanno affermato gli autori dello studio.

Gli scienziati suggeriscono che “se qualcuno stesse cercando di progettare un nuovo coronavirus come patogeno, lo avrebbero costruito sul modello di un virus che era già noto per causare malattie agli esseri umani“.

Il team ha anche concluso che la struttura di SARS-CoV-2 era diversa da quella osservata in altri coronavirus, ma simile alla struttura dei virus presenti sia nei pipistrelli che nei pangolini. “Confrontando le informazioni disponibili sulla nota sequenza genetica del coronavirus, possiamo stabilire con certezza che la SARS-CoV-2 ha avuto origine da processi naturali“, ha affermato Kristian Andersen, professore di immunologia e microbiologia presso l’istituto e uno degli autori dello studio.

Infine, hanno indicato due possibili scenari per l’origine del virus: nel primo, l’agente patogeno si è evoluto allo stato attuale, trasmesso tra gli ospiti animali prima di infettare il paziente zero; il secondo presuppone che SARS-CoV-2 si sia evoluto direttamente nel corpo umano prima dell’inizio dell’epidemia.

Gli scienziati hanno riconosciuto che ora è praticamente impossibile determinare quale delle due varianti sia più probabile. Ma hanno avvertito che, nel caso in cui SARS-CoV-2 passi dagli animali alla popolazione umana nella sua versione attuale, si prevedono altri focolai in futuro.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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