Tutto era pronto per il 67° compleanno del presidente Xi Jinping, il pensatore marxista più importante del secolo XXI. Il suo presunto successo nella gestione dell’epidemia di SARS nello Zhejiang, al tempo in cui era segretario provinciale del PCC, ha dato inizio al periodo di addestramento che ha poi permesso al leader di vincere il Coronavirus nel Paese e persino nel mondo.
Tuttavia, spesso le feste migliori vengono rovinate e così, invece della vittoria sul virus, il compleanno di Xi Jinping è arrivato nel momento stesso in cui è stato annunciato che, uno dopo l’altro, nei quartieri di Pechino si tornava a imporre il lockdown dopo la scoperta di un nuovo focolaio di coronavirus, considerato “esplosivo”.
Il 7 giugno il PCC ha pubblicato un documento dai toni trionfalistici in cui si spiegava come, per sconfiggere il morbo, Xi abbia presidiato 14 incontri del Comitato Permanente dell’Ufficio Politico del PCC. Pur riconoscendo alla Cina di essere riuscita a debellare il virus, i media di tutto il mondo hanno liquidato il “Libro Bianco” come propaganda.
Tuttavia Pechino pretende di dimostrare il contrario. il PCC è stato costretto ad ammettere che la situazione potrebbe essere seria quanto quella di Wuhan. Probabilmente i numeri forniti sono in realtà molto più alti di quelli dichiarati.
La propaganda di Xi sta già accusando l’Occidente per il nuovo focolaio. Questa volta il colpevole è l’Europa settentrionale. Poche ore dopo che le autorità sono state costrette ad ammettere che a Pechino la situazione stava diventando preoccupante, sono iniziate a circolare notizie secondo cui il virus sarebbe stato rinvenuto in un salmone importato dall’Europa che stava su un tagliere del mercato Xinfadi di Pechino.
Yang Peng, ricercatore del CDC di Pechino, è apparso in tv per dire che dall’analisi del genoma intero risulta che il virus arrivi dall’Europa. Successivamente, però, un funzionario della commissione sanitaria ha dichiarato al periodico finanziario Caixin che quella avanzata da Yang è l’ipotesi scientifica di uno solo degli esperti del Centro.
Lo stesso Caixin ha fatto notare come sia impossibile che a essere già contaminato fosse il tagliere piuttosto che il salmone. Probabilmente, non credendo alla propria stessa propaganda che scarica la colpa sull’Europa settentrionale, il PCC ha punito i burocrati responsabili del mercato Xinfadi.
Nello stesso momento l’organo della propaganda del PCC, ha cercato di convincere il mondo che la colpa sia del salmone europeo. Non sorprende allora che l’Organizzazione mondiale della sanità, si sia limitata a dire che le origini del focolaio di Pechino siano “incerte”. Questa storia di PCC e pesce può dunque essere letta come il solito maldestro tentativo per addossare la colpa agli stranieri. È inoltre una riprova dell’incapacità della propaganda ufficiale di spiegare in modo convincente il nuovo focolaio.
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