Foto di Alexandra_Koch da Pixabay
La nuova variante Covid-19 Omicron ha innumerevoli mutazioni specifiche in modo univoco, rendendola in grado di eludere gli anticorpi già presenti nel nostro corpo. Ciò spiega in maniera più chiara del perché ci sono moltissime re-infezioni e l’alto tasso di diffusione, secondo un nuovo studio dell’Università del Minnesota. Il team di lavoro ha deciso di raccogliere i dati sulle mutazioni presenti nella proteina spike della nuova variante.
La proteina spike è una grande struttura che sporge dallo strato più esterno del virus e più comunemente viene spesso associata a tutte le forme di cellule di coronavirus. Parlando della variante Omicron i ricercatori hanno scoperto un gran numero di mutazioni nella proteina spike. Hanno cercato di comprendere al meglio l’impatto che potrebbero avere sul legame degli anticorpi sul virus.
Gli anticorpi sono quelli che consentono al nostro corpo di combattere i virus, impedendogli di entrare nel sistema immunitario. Mentre all’inizio della pandemia si pensava che la malattia donasse una buona quantità di anticorpi per combattere la re-infezione, Omicron ha dichiarato il contrario, poiché un gran numero di persone viene di nuovo infettata anche se completamente vaccinata. Utilizzando delle sequenze complete della variante, il team ha identificato almeno 46 mutazioni, 23 delle quali erano completamente uniche, mai viste in nessun altro virus.
Due delle mutazioni invece erano già presenti nella variante Delta e Delta Plus, la variante prima di Omicron. Delle 46 mutazioni trovate, 30 sono presenti nella proteina S, mentre le restanti erano localizzate altrove nella cellula virale. Dopo quelle identificate i ricercatori hanno cercato di capire se fossero responsabili della mancanza di risposte anticorporali della variante. Utilizzando la struttura di una proteina spike già esistente, i ricercatori hanno valutato se le mutazioni di Omicron potrebbero influenzare in modo simile le proteine spike di Covid-19.
Attraverso questo metodo il team ha scoperto che mutazioni specifiche creano interferenza sulla superficie del virus, impedendo agli anticorpi di legarsi ad esso, mentre altre provocano una completa perdita di interazione tra gli anticorpi e il virus, rendendo così gli anticorpi inefficaci contro l’altamente variante mutata. Ciò ha suggerito che l’immunizzazione preesistente potrebbe non essere più in grado di fornire una protezione ottimale, consentendo al virus di entrare nel sistema immunitario.
Molte delle mutazioni nella variante Omicron si trovano proprio dove si suppone si leghino gli anticorpi, quindi stiamo mostrando come il virus continua ad evolversi in modo da poter potenzialmente sfuggire o eludere gli anticorpi esistenti e quindi continuare per infettare così tante persone.
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