I CDC hanno stilato una nuova guida che suggerisce cosa significa esattamente stare a stretto contatto quando si parla di Covid-19. La guida precedente suggeriva che si verificava un contatto ravvicinato quando una persona si trovava entro due metri da un individuo infettivo per 15 minuti consecutivi.
Ora, il CDC sta riconoscendo che anche un breve contatto può portare alla trasmissione. Nello specifico, la nuova guida suggerisce che coloro che trascorrono un totale di 15 minuti di contatto con una persona infettiva nel corso di un periodo di 24 ore dovrebbero essere considerati in stretto contatto.
Covid-19, cosa dice la nuova guida dei CDC
Nonostante il cambiamento, la maggior parte dei professionisti della sanità pubblica è stata chiara per mesi che non c’è sicurezza effettiva in due metri di distanza. Allo stesso modo, non c’è niente di sicuro in 15 minuti. Questi dovrebbero essere usati come stime approssimative per indicare i tipi di contatto che sono a rischio relativamente più elevato. Questa nuova guida è un importante riconoscimento della facilità con cui questo virus può diffondersi. Non è una drammatica inversione della guida CDC, come quelle relative alle maschere e il avanti e indietro sui test di individui asintomatici.
Questo cambiamento riflette le nuove prove che sono emerse. È un esempio di come funziona la scienza. In realtà questo cambiamento non avrà un grande impatto sul modo in cui viviamo le nostre vite durante la pandemia, ma rappresenta una prova continua della facilità con cui questo virus si diffonde.
Questo cambiamento è anche un riconoscimento che la definizione precedente fa almeno un’ipotesi esplicita che potrebbe non essere vera. Il presupposto principale della vecchia regola è che esiste un effetto soglia di esposizione. Cioè, una volta che sei stato esposto a una certa quantità di virus, il tuo rischio di malattia aumenta. Il rovescio della medaglia di questa ipotesi è che a livelli inferiori a tale soglia il rischio rimane basso. Ecco perché abbiamo visto alcune scuole spostare erroneamente gli studenti a intervalli di 14 minuti.
Più siamo esposti più c’è il rischio di infezione
La nuova guida suggerisce che esiste più di una relazione dose-risposta tra l’esposizione virale e il rischio di malattia. Vale a dire, più siamo esposti, maggiore è rischio, anche se l’esposizione non avviene tutto in una volta. Ciò potrebbe significare che rileviamo più casi subito dopo l’esposizione. Quelle persone possono quindi iniziare a mettere in quarantena prima di diventare infettive e diffonderlo ad altri.
L’importanza di indossare sempre maschere per proteggere gli altri non è mai stata così chiara. Potremmo non sapere di essere infetti e anche un breve incontro non mascherato potrebbe diffondere il virus.
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