Il Regno Unito è uno dei paesi che ha portato più avanti il programma vaccinale. Nonostante le centinaia di migliaia di dosi inoculate alle persone, oltre 2 milioni, si tratta solo di una frazione di quelle necessarie a creare un’immunità generale, anche perché si tratta di quasi esclusivamente delle prime dosi e non di entrambe. A riprova che la situazione è ancora grave c’è il fatto nella giornata di ieri, il 14 gennaio, si è registrato il numero più alto di morti dall’inizio della pandemia.
Si tratta di 1.564 decessi, un numero altissimo frutto dell’altissimo numero di contagi legato alla variante inglese del virus. Se fin da subito si è sottolineato come non sia più pericolosa, ma più contagiosa di oltre il 75%, più contagi vuol dire più ospedalizzazioni, con tutto quello che poi ne comporta. Il precedente record è dell’8 gennaio con 1.325 morti. Il totale in quasi un anno di emergenza è 84.764 decessi.
Covid-19: il nuovo record nel Regno Unito
Sebbene la situazione sia grave, c’è da specificare che in realtà non tutte le morti sono legate proprio alle 24 ore di ieri. Secondo il sistema sanitario nazionale, i morti in ospedale sono stati 1.012. Le restanti 552 sono avvenute in altri contesti e altri, un numero non specificato, sarebbe avvenuto durante tutto il corso della pandemia e sono state conteggiate soltanto adesso.
La maggior parte delle morti di ieri sono avvenute in Inghilterra mentre in Galles, in Scozia e in Irlanda del Nord sono state registrate rispettivamente 66, 79 e 19 morti. Nella sola Londra, apparente epicentro del nuovo ceppo di coronavirus, si sono contati 202 morti portando il totale a oltre 10.000.
Ph. credit: Financial Times