Covid-19, si sta testando un nuovo trattamento con i “metallodrugs”

Un gruppo di esperti ha utilizzato i metallodrugs, composti metallici farmaceutici, per trovare un trattamento efficace contro il Covid-19

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Un gruppo di ricerca guidato da numerosi Paesi orientali ha scoperto una nuova strategia antivirale per il trattamento del Covid-19. Hanno scoperto che una classe di metallodrugs attualmente utilizzati nel trattamento di altre malattie infettive sta dimostrando efficacia nel sopprimere potentemente la replicazione di SARS-CoV-2 e alleviare i sintomi associati al virus in un modello animale.

I risultati forniscono un’opzione terapeutica nuova e prontamente disponibile con un alto potenziale clinico di infezione da SARS-CoV-2. Questo lavoro innovativo è stato pubblicato online sulla rivista scientifica Nature Microbiology.

 

I metallodrugs contro il Covid-19

Generalmente, i composti metallici sono usati come agenti antimicrobici; le loro attività antivirali sono state esplorate raramente. Dopo aver esaminato una serie di metallodrugs e composti correlati, il team di ricerca ha identificato la ranitidina bismuto citrato (RBC), un farmaco antiulcera comunemente usato che contiene il metallo bismuto per il trattamento dell’infezione associata a Helicobacter pylori, e può agire come potente anti-SARS-CoV-2 agente, sia in vitro che in vivo.

RBC prende di mira la proteina vitale non strutturale 13 (Nsp13), un’elicasi virale essenziale per la replica di SARS-CoV-2, spostando gli ioni di zinco (II) cruciali nel legame con gli ioni di bismuto, per sopprimere potentemente l’attività dell’elicase.

È stato dimostrato che l’RBC riduce notevolmente la carica virale di oltre 1.000 volte nelle cellule infettate con SARS-CoV-2. In particolare, in un modello di criceto siriano dorato, RBC sopprime le repliche di SARS-CoV-2 per ridurre la carica virale di circa 100 volte sia nel tratto respiratorio superiore che in quello inferiore e mitiga la polmonite associata al virus. I globuli rossi riducono notevolmente il livello dei marcatori prognostici e di altre citochine e chemochine proinfiammatorie nei casi gravi di Covid-19 di criceti infetti.

Foto di fernando zhiminaicela da Pixabay