Il 27 dicembre, in Francia, Amarouche Hammar si è presentato in ospedale. Già diabetico l’uomo da circa quattro giorni presentava febbre alta, mal di testa, tosse secca e asma. Dopo i vari accertamenti l’uomo viene ricoverato in terapia intensiva per una presunta infezione polmonare, e viene messo sotto ossigeno e antibiotici.
Dopo due giorni sarà dimesso e cosi, anche se debole per almeno due settimane, la crisi sembra ormai acqua passata. Oggi i medici hanno scoperto che questo è stato il primo caso di Covid-19, in Francia, ben prima che l’epidemia fosse riconosciuta prima in Cina e poi in tutto il resto del mondo.
Hammar ha rilasciato la sua testimonianza a Bfmtv raccontando ciò che gli è accaduto quel 27 dicembre. Ovviamente i medici che lo hanno curato non erano ancora a conoscenza del virus, ma comunque hanno diagnosticato una grave infezione polmonare. Per fortuna l’uomo è riuscito a superare brillantemente l’infezione e non ha contagiato nessun membro della sua famiglia.
Francia, analizzati di nuovo casi con sintomi simili al Covid-19
Nei giorni scorsi il laboratorio di Virologia dell’ospedale di Bondy ha rianalizzato tutti i casi dei pazienti affetti da sintomi simili al Covid-19, compresi dal 2 dicembre al 16 gennaio. Esaminando gli esami di 14 pazienti, solo uno è risultato positivo al Coronavirus; proprio Hammar.
L’uomo originario dell’Algeria non sa davvero dove possa aver contratto il virus poiché in quel periodo non ha viaggiato molto. Il suo ultimo viaggio risale all’agosto del 2019. L’unica ipotesi plausibile sembrerebbe che il virus gli sia stato trasmesso dalla moglie che lavora vicino all’aeroporto Charles de Gaulle e che sia entrata in contatto con alcuni viaggiatori.
Il contagio di Hammar è avvenuto molto prima del primo focolaio scoperto in Francia. Il 27 dicembre, giorno in cui si è presentato all’ospedale, è il giorno in cui in Cina è scattato l’allarme. Secondo la rivista scientifica Lancet, il primo paziente affetto da Covid-19 in Cina risale al 1 dicembre, ma il paziente zero ancora non è stato identificato.Tutto ciò porta ad affermare che molto probabilmente l’epidemia era già presente in tutta Europa prima di febbraio 2020.