L’esercizio fisico è da tempo considerato uno dei modi più efficaci per mantenere il cervello sano e rallentare il declino cognitivo. Ma cosa succederebbe se fosse possibile ottenere alcuni di questi benefici… senza muoversi? Un nuovo studio suggerisce che imitare nel cervello gli effetti dell’attività fisica potrebbe rappresentare una svolta nella prevenzione dell’invecchiamento cerebrale e delle malattie neurodegenerative.
I ricercatori hanno identificato specifici segnali biochimici e molecolari che si attivano nel cervello durante l’esercizio fisico, in particolare quelli coinvolti nella produzione di nuove cellule nervose (neurogenesi), nella plasticità sinaptica e nella riduzione dell’infiammazione. Intervenendo su questi stessi meccanismi attraverso farmaci o stimolazioni mirate, sarebbe possibile riprodurre alcuni effetti neuroprotettivi dell’attività fisica.
Esercizio “mentale”: simulare l’attività fisica rallenta il declino cognitivo
Lo studio è stato condotto su modelli animali e ha mostrato che simulare queste risposte nel cervello porta a un miglioramento delle funzioni cognitive, in particolare della memoria e dell’apprendimento, anche in assenza di attività motoria. Questo risultato apre la strada allo sviluppo di terapie innovative per chi, per motivi fisici o clinici, non può praticare regolare esercizio fisico.
Una delle chiavi di questo approccio è l’azione di una proteina chiamata BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor), che viene normalmente prodotta in maggiore quantità durante l’attività fisica e svolge un ruolo cruciale nella salute neuronale. Stimolando artificialmente la produzione di BDNF, i ricercatori sono riusciti a rallentare il deterioramento delle connessioni cerebrali in animali anziani.
Questo tipo di trattamento potrebbe avere un impatto significativo su persone affette da Alzheimer, Parkinson o da altre forme di demenza. In futuro, i medici potrebbero prescrivere “esercizio cerebrale chimico” sotto forma di molecole intelligenti capaci di attivare i percorsi benefici dell’attività fisica, senza bisogno di una palestra.
Nuova era nella medicina preventiva
Naturalmente, gli scienziati sottolineano che questo non significa abbandonare l’esercizio reale. Muoversi resta fondamentale per la salute generale, ma la possibilità di simulare l’effetto nel cervello rappresenta una risorsa in più, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione.
I prossimi passi prevedono studi clinici sull’uomo, per valutare la sicurezza e l’efficacia delle sostanze utilizzate. Se i risultati saranno confermati, si aprirà una nuova era nella medicina preventiva e nella lotta al declino cognitivo.
In un mondo che invecchia rapidamente, questa scoperta offre una speranza concreta: proteggere il cervello, anche quando il corpo non può più muoversi. Un passo avanti verso una longevità più lucida e dignitosa.
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