La demenza è un termine generico che indica numerose malattie neurodegenerative, riguardanti il cervello e funzioni a esso associate, che si ritrova principalmente nelle persone con più di 60 anni. Una recente ricerca in merito ha scoperto che ci sono differenze dei problemi di linguaggio dovuti alla demenza tra chi parla italiano e inglese. Mentre chi parlava inglese ha avuto difficoltà a pronunciare le parole, chi parlava italiano ha usato frasi più brevi e più semplici. I risultati potrebbero aiutare a garantire diagnosi accurate per persone di culture diverse, hanno detto i ricercatori.
Il problema del linguaggio per la demenza
I criteri diagnostici si basano spesso su pazienti di lingua inglese. Nello studio dell’Università della California su 20 pazienti di lingua inglese e 18 pazienti di lingua italiana, tutti avevano un’afasia progressiva primaria, una malattia neurodegenerativa che colpisce aree del cervello legate alla lingua. E’ caratteristica soprattutto dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer.
Le scansioni e i test del cervello hanno mostrato livelli simili di funzione cognitiva nelle persone in entrambi i gruppi linguistici. Ma quando i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di completare una serie di test linguistici, hanno riscontrato evidenti differenze tra i due gruppi nelle sfide che hanno dovuto affrontare.
“Pensiamo che ciò sia dovuto al fatto che i gruppi di consonanti che sono così comuni in inglese rappresentano una sfida per un sistema degenerativo di pianificazione del linguaggio”, ha dichiarato l’autore dello studio Maria Luisa Gorno-Tempini, professoressa di neurologia e psichiatria. “Al contrario, l’italiano è più facile da pronunciare, ma ha una grammatica molto più complessa, ed è così che chi parla italiano con [afasia progressiva primaria] tende a finire nei guai.”
Di conseguenza, le persone che parlavano inglese tendevano a parlare meno, mentre quelle italiane avevano meno problemi di pronuncia, ma semplificavano molto, a volte anche eccessivamente, le loro affermazioni.