Negli scorsi giorni la Cina è riuscita con successo a far atterrare la sonda che aveva viaggiato in orbita per più di due giorni. Era un test per quello che dovrebbe essere l’inizio di una missione alquanto ambiziosa, la costruzione di una colonia sulla Luna. Detto questo, se da un lato il pezzo finale è tornato in modo controllato sulla Terra, altri pezzi no. Detriti spaziali che sono caduti finendo, per fortuna, in mezzo all’Atlantico.
Il test della navicella effettuato dalla Cina, come molti nel suo genere, ha creato detriti temporanei. Pezzi della navicella che ci sono staccati per permettere tutto il resto. Questi pezzi hanno finito per ricadere sulla Terra, ma in modo incontrollato.
Gli esperti che stavano osservando la situazione aveva previsto scenari molto più pericolosi. Sarebbero potuti cadere in Australia o Africa. Si trattava di un pezzo di 17,8 tonnellate che si è disintegrato scendendo creando ancora più parti. È il secondo oggetto più pesante mai rientrato dal 1991; ai tempi era precipitata la Salyut-7, 39 tonnellate.
Detriti spaziali, ma un successo di missione
“L’atterraggio riuscito del nuovo veicolo spaziale da un’orbita alta mostra anche che la Cina è seriamente intenzionata a inviare astronauti oltre l’orbita terrestre bassa, qualcosa che solo la NASA ha raggiunto, e infine a inviare i suoi astronauti sulla Luna”.
Updated SpaceTrack reentry prediction for CZ-5B core stage: between 1330 UTC and 1730 UTC May 11. Orbit is 139 x 162 km. Potential reentry zones include Australia, USA, Africa, and lots of ocean. pic.twitter.com/0kkNsaHfH1
— Jonathan McDowell (@planet4589) May 11, 2020
Per quanto riguarda i detriti, la possibilità di colpire direttamente qualcuno era molto bassa. Anche se molti pezzi si sono disintegrati nel rientro in atmosfera, i pezzi più compatti potevano tranquillamente rimanete integri, come i singoli motori. Alla fine nessuno è stato colpito, ma chi ha monitorato la scena ha descritto il tutto come surreale.