Se gli esseri umani mangiassero a dismisura e ingrassassero molto e non facessero movimento sarebbe pericoloso per la loro salute. Tuttavia perché molti altri mammiferi, soprattutto gli orsi, questo non succede e non sviluppano il diabete? Un nuovo studio dei ricercatori del Washington University hanno scoperto alcuni indizi genetici su come questi animali sono in grado di controllare la propria produzione di insulina.
I risultati suggeriscono che quanto scoperto potrebbe contribuire alla realizzazione di nuovi trattamenti per il diabete per l’uomo. L’ormone dell’insulina è presente nella maggior parte dei mammiferi, e serve a regolare i livelli di glucosio nel sangue, ad esempio dicendo a fegato, muscoli e alle cellule adipose di assorbire il glucosio, che è una fonte di energia. Ma se la quantità di zuccheri che entra in circolo è elevata, col tempo le cellule smettono di reagire, diventando resistenti all’insulina.
Il letargo degli orsi potrebbe darci nuovi trattamenti per il diabete
Ciò è una delle principali cause del diabete di tipo 2, una malattia che può causare attacchi di cuore, ictus e cecità. Per comprendere al meglio questo meccanismo i ricercatori hanno prelevato un po’ di siero di sangue di 6 orsi in cattività. Hanno anche prelevato una piccola quantità di tessuto adiposo per effettuare degli esperimenti in laboratorio. Questo esperimento ha aiutato il team a individuare il segreto che permette agli orsi di controllare la propria produzione di insulina: otto proteine chiave che sembrano avere un ruolo unico nella biologia degli orsi, e che agiscono in modo indipendente o congiuntamente per regolare i livelli di questo ormone durante il letargo.
La grande maggioranza dei geni umani corrisponde a quella degli orsi, quindi comprendere meglio il ruolo di queste otto proteine potrebbe essere molto utile agli scienziati per conoscere meglio la resistenza all’insulina che si verifica nell’uomo. Questa tipologia di orsi che popolano varie regioni degli Stati Uniti occidentali, del Canada e dell’Alaska, vivono tre fasi nel corso dell’anno: attività, iperfagia e letargo. In primavera e in estate questi grandi animali dedicano la maggior parte del tempo alla ricerca del cibo, all’accoppiamento e alla cura dei piccoli.
Il letargo è molto di più di un sonno profondo
In autunno invece dedicano tutto il loro tempo a mangiare il quanto più possibile. In questa fase, gli orsi consumano fino a 20.000 calorie al giorno e il loro peso aumenta anche di oltre 3 chili e mezzo al giorno, in preparazione all’inverno che si avvicina. Il letargo non è solo una specie di sonno profondo sono molti i cambiamenti fisiologici che consentono agli orsi di sopravvivere al lungo inverno senza assumere cibo. Il loro metabolismo rallenta, la frequenza cardiaca si riduce, la temperatura corporea diminuisce, e diventano resistenti all’insulina. Di tutte le combinazioni studiate, quella con il siero prelevato dagli orsi in letargo alimentati con il miele è quella che ha contribuito maggiormente all’individuazione delle otto proteine coinvolte nel meccanismo di sensibilità e resistenza all’insulina.
Se da un lato la resistenza all’insulina e le sue conseguenze sono note alla scienza, c’è ancora molto da sapere sui relativi aspetti genetici. Studiare i modi in cui ogni anno gli orsi riescono ad attivare e disattivare la resistenza all’insulina fornisce agli scienziati un’opportunità unica per conoscere meglio questo fenomeno. Attualmente siamo ancora molto lontani dal poter fare questo, ma ci stiamo sempre più avvicinando. Il team si augura di poter studiare, nei prossimi studi, in che modo esattamente queste specifiche proteine determinano la disattivazione della resistenza all’insulina negli orsi.