Uno studio pubblicato questo giovedì avverte che la distanza sociale di 1,5 metri raccomandata dalle autorità sanitarie è insufficiente per prevenire il contagio da parte di Covid-19. La ricerca, pubblicata su arXiv, fa avanzare l’ipotesi che la distanza dovrebbe essere di almeno quattro metri.
I valori raccomandati nello studio da ricercatori e ingegneri specializzati in fluidodinamica, dalle università di Lovanio, in Belgio, ed Eindhoven, nei Paesi Bassi, si basano su simulazioni del modo in cui le particelle di saliva vengono rilasciate quando le persone sono in piedi, camminano, corrono o vanno in bicicletta.
“Se qualcuno espira, tossisce o starnutisce mentre cammina, corre o va in bicicletta, la maggior parte delle microparticelle rimane in un flusso d’aria dietro quella persona, il che fa sì che un’altra persona che viene dopo di lui si muova attraverso quella nuvola di microparticelle“, spiega Bert Blocken, professore di ingegneria civile in entrambe le università.
Lo studio ha rilevato che la distanza raccomandata di 1,5 metri è “molto efficace” per coloro che rimangono al chiuso o all’aperto con il bel tempo, ma che è insufficiente per le situazioni in cui le persone camminano o praticano sport.
Lo studio rivela anche che il rischio è maggiore quando una persona è dietro un’altra e si riduce se si cammina o corre fianco a fianco o in formazione diagonale. Anche così, gli esperti consigliano che, alla luce dei calcoli eseguiti, una distanza di quattro o cinque metri debba essere mantenuta quando si cammina dietro qualcun altro, dieci metri quando si corre o si pedala lentamente e almeno venti metri quando si cammina velocemente.
Il grado di contagio e diffusione del nuovo coronavirus potrebbe essere molto più elevato di quanto si pensasse in precedenza. Se confermate, le tesi dell’immunità di gruppo o della vaccinazione di massa guadagnano quindi ancora più peso.
Ogni persona infetta nella provincia di Wuhan, in Cina, avrà trasferito il virus a una media di 5,7 individui, più del doppio del valore che era inizialmente avanzato dall’Organizzazione mondiale della sanità, rivela uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Los Alamos National Laboratory.
Secondo i ricercatori, alla velocità con cui si diffonde il virus, circa l’82% della popolazione dovrà essere immune per contenere la pandemia.
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