Mentre Wuhan, epicentro della pandemia da coronavirus, si trovava in piena quarantena e mentre noi Italia avevamo già iniziato a contare i morti, negli Stati Uniti non si faceva niente. Le prime misure sono arrivate soltanto il 16 marzo, molto tardi rispetto a quanto andavano dichiarate operative. Secondo gli esperti, se il distanziamento sociale fosse stato chiamato prima, si sarebbero potute risparmiare il 90% delle vittime.
Secondo i due epidemiologi Britta L. Jewell e Nicholas P. Jewell, con due settimane di anticipo ci sarebbero stato un tasso di morti molto più basso. Il distanziamento sociale non basta a fermare il contagio e la diffusione del coronavirus, ma è una mossa in grado di rallentarlo con efficacia.
Distanziamento sociale e coronavirus
Se tale misura fosse stata attività il 2 marzo, la conta dei morti a quest’ora sarebbe del 90% più bassa. Passare al 9 marzo voleva dire vedere un tasso più basso del 60%. Una situazione si sarebbe potuto anche verificare nella sola New York, la città più colpita al mondo.
I dati forniti dai due esperti sottolinea come in situazioni come queste bastano pochi giorni per stravolgere completamente l’andamento della pandemia. Le parole dei due: “Qualunque sia il bilancio delle vittime finale negli Stati Uniti, il costo dell’attesa sarà enorme, una tragica conseguenza della diffusione esponenziale del virus all’inizio dell’epidemia.”
L’altro aspetto che si può evincere da tutto questo riguarda il passaggio alla seconda fase. Come attivarsi prima avrebbe potuto risparmiare diverse vite, eliminare tale misure troppo presto potrebbe al contrario favorirne delle altre; per questo bisogna fare attenzione a seguire il distanziamento sociale anche dopo la fine della quarantena.