Da un mattone di argilla vecchio di 2.900 anni, proveniente dal palazzo del re neo-assiro Ashurnasirpal II, situato nell’antica città di Kalhu, i ricercatori hanno estratto con successo delle tracce di antico DNA.
Il mattone di argilla di Nimrud
Il mattone di argilla è conservato al Museo Nazionale della Danimarca e proviene da quello che oggi è conosciuto come il Palazzo Nord-Ovest di Nimrud, situato nell’odierno Iraq settentrionale, le sue fondamenta furono gettate intorno all’879 a.C.
Sul reperto è presente un’iscrizione cuneiforme in accadico, una lingua semitica ormai estinta, che recita: “La proprietà del palazzo di Ashurnasirpal, re d’Assiria“. Questa iscrizione ci consente di datare con precisione il mattone tra l’879 a.C. e l’869 a.C.
Vari monumenti di Nimrud sono attualmente minacciati dall’esposizione al duro clima iracheno, soprattutto all’erosione della sabbia, principalmente a causa della mancanza di adeguate coperture.
Nel marzo 2015 il ministero iracheno del Turismo e delle Antichità ha denunciato la pressoché completa distruzione del sito archeologico di Nimrud per mano dei miliziani dello Stato Islamico. Nell’aprile proprio lo Stato Islamico ha diffuso il video della sua distruzione.
L’analisi del reperto e il ritrovamento dei campioni di DNA
Fortunatamente alcuni reperti provenienti dal sito sono custoditi in diversi musei e proprio nel corso di un progetto di digitalizzazione del Museo Nazionale della Danimarca, un gruppo di ricercatori ha sottoposto il mattone ad un’attenta analisi.
Il team di ricerca è riuscito a ottenere campioni di DNA dal nucleo interno del mattone, il che significa che il rischio di contaminazione del DNA dalla creazione del mattone era basso. Il tet6am ha estratto il DNA dai campioni adattando un protocollo precedentemente utilizzato per altri materiali porosi, come le ossa.
Dopo che il DNA estratto è stato sequenziato, i ricercatori hanno identificato le specie a cui esso apparteneva. Si tratta di ben 34 distinti gruppi tassonomici di piante. Le famiglie vegetali con le sequenze più abbondanti sono state le Brassicaceae e le Ericaceae. Altre famiglie rappresentate erano Betulaceae, Lauraceae, Selineae e Triticeae.
L’importanza di questo tipo di ricerche interdisciplinari
Il team di ricercatori, composto da esperti in diverse discipline tra cui assiriologi, archeologi, biologi e genetisti, ha poi confrontato i loro risultati con i documenti botanici moderni dell’Iraq e con le antiche descrizioni di piante assire.
Il mattone sarebbe stato costituito principalmente da fango raccolto vicino al fiume Tigri, mescolato con materiale come pula, paglia o sterco di animali. Sarebbe stato modellato in uno stampo prima di essere iscritto con caratteri cuneiformi, quindi lasciato al sole ad asciugare. Il fatto che il mattone non venisse cotto, ma lasciato asciugare naturalmente, avrebbe contribuito a preservare il materiale genetico intrappolato nell’argilla.
La dott.ssa Sophie Lund Rasmussen, dell’Unità di ricerca sulla conservazione della fauna selvatica presso il Dipartimento di biologia dell’Università di Oxford e coautrice dell’articolo, ha affermato che il team è stato “assolutamente entusiasta di scoprire che il DNA antico, efficacemente protetto dalla contaminazione all’interno di una massa di argilla, può essere estratto con successo da un mattone di argilla di 2.900 anni. Questo progetto di ricerca è un perfetto esempio dell’importanza della collaborazione interdisciplinare nella scienza, poiché le diverse competenze incluse in questo studio hanno fornito un approccio olistico all’indagine di questo materiale e ai risultati che ha prodotto”.
Ph. Credit immagine di copertina:Foto di Miroslaw Miras da Pixabay
Fonte: Scientific Reports