Dormire con gli occhi aperti: il legame tra dimensione della pupilla e attività cerebrale

Date:

Share post:

Dormire con gli occhi aperti è una condizione meno rara di quanto si pensi e può essere osservata in alcuni individui, ma soprattutto in diversi animali. Recenti studi neuroscientifici hanno evidenziato come la dimensione della pupilla possa essere un indicatore chiave dell’attività cerebrale, rivelando persino stati di coscienza e livelli di attenzione durante il sonno.

Le pupille si dilatano e si restringono in risposta a diversi stimoli, tra cui la luce e l’attivazione cognitiva. Tuttavia, nuove ricerche suggeriscono che esse possano fornire informazioni anche sullo stato di veglia o di sonno, permettendo di monitorare l’attività cerebrale senza la necessità di strumenti invasivi. Questo aspetto apre nuove prospettive nello studio dei disturbi del sonno e della coscienza.

Dormire con gli occhi aperti, come la dimensione della pupilla rivela l’attività cerebrale

Uno studio condotto su modelli animali ha rivelato che, durante il sonno REM, la pupilla si restringe notevolmente, mentre nelle fasi di sonno non-REM essa può subire variazioni di dimensione più irregolari. Questo fenomeno sembra essere correlato ai cambiamenti dell’attività neurale nelle diverse fasi del sonno e potrebbe avere implicazioni importanti nella comprensione dei meccanismi della memoria e del sogno.

Alcune persone sperimentano episodi di “lagophthalmos notturno“, una condizione in cui le palpebre non si chiudono completamente durante il sonno. In questi casi, l’osservazione della pupilla potrebbe fornire dati utili per valutare la qualità del riposo e identificare eventuali disturbi, come l’insonnia o la sindrome delle apnee ostruttive del sonno.

L’interesse verso la pupillometria, ovvero la misurazione della dimensione della pupilla, sta crescendo anche in ambito clinico. Tecniche avanzate di imaging e intelligenza artificiale stanno permettendo di analizzare in tempo reale la relazione tra la variazione pupillare e l’attività cerebrale, aprendo la strada a nuove metodologie per il monitoraggio del sonno e dello stato di coscienza nei pazienti in condizioni critiche.

Comprendere meglio fenomeni ancora poco esplorati della mente umana

La relazione tra pupille e attività cerebrale non si limita solo al sonno, ma riguarda anche stati di meditazione, trance e anestesia. Studi recenti hanno dimostrato che, in stati alterati di coscienza, la risposta pupillare può differire significativamente, offrendo una possibile via per comprendere meglio fenomeni ancora poco esplorati della mente umana.

Queste scoperte hanno importanti implicazioni non solo per la ricerca neuroscientifica, ma anche per la medicina del sonno e la neurologia clinica. La possibilità di monitorare il cervello attraverso la pupilla potrebbe portare allo sviluppo di strumenti diagnostici innovativi, capaci di rilevare precocemente disturbi neurologici o problemi legati al sonno.

In conclusione, la dimensione della pupilla si conferma un parametro chiave per comprendere l’attività cerebrale, anche durante il sonno. L’uso di tecnologie avanzate per il monitoraggio pupillare potrebbe rivoluzionare il modo in cui studiamo il cervello, fornendo nuove informazioni sui meccanismi del sonno e della coscienza umana.

Foto di Vanessa Bumbeers su Unsplash

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

Related articles

Arrivano i thread nelle chat WhatsApp: ecco cosa cambia

WhatsApp continua ad introdurre novità molto interessanti. Scovate nell'ultima beta dell'app per dispositivi Android, tracce di una funzione...

Lo spazio-tempo ha memoria? La teoria di Einstein potrebbe essere reale

Il concetto di "memoria gravitazionale", previsto dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein, suggerisce che le onde...

Smartwatch salvavita: la tecnologia indossabile rileva l’arresto cardiaco

Il mondo della tecnologia indossabile continua a sorprendere con innovazioni che promettono di rivoluzionare la nostra vita quotidiana....

Millennials e burnout: la generazione più esausta tra ansia, produttività tossica

Negli ultimi anni si è parlato sempre di più del burnout, un fenomeno che colpisce soprattutto i Millennials,...