Al culmine della pandemia di Coronavirus, in Cina le autorità hanno investito in soluzioni tecnologiche per superare le sfide imposte dall’epidemia. Tra questi, spicca l’uso di droni DJI per il trasporto di forniture mediche e la raccolta di esami in aree ad alto rischio di contaminazione. L’iniziativa si è rivelata positiva: oltre a contribuire all’isolamento sociale, la soluzione ha ridotto significativamente i tempi di consegna delle forniture.
Anche prima della pandemia, i partner DJI avevano già realizzato progetti di consegna di droni in diversi Paesi, sebbene applicati secondo le normative di ciascun Paese. A Napoli, ad esempio, l’ENAC (Autorità italiana per l’azione civile) e l’Ospedale Monaldi hanno collaborato con Elite Consulting – partner commerciale autorizzato DJI sulla linea di droni Enterprise – per testare un sistema di consegna di forniture mediche a una distanza fino a 5 km.
Il progetto, realizzato nel novembre dello scorso anno, utilizzava il modello DJI Matrice 210 V2, con una scatola attaccata per il trasporto di medicinali, campioni di sangue e oggetti come tamponi di cotone per l’auto-raccolta della saliva. La replica di un’azione come questa nello scenario attuale può aiutare a ridurre l’esposizione del virus ai professionisti della salute e anche a ridurre i tempi di consegna fino a dodici volte (se effettuata entro un raggio di 5 km, secondo l’esperienza italiana).
Di fronte ad un problema futuro legato al traffico, i droni potrebbero contribuire ad alleviare il trasporto di forniture mediche per le emergenze. Senza contare che, se non qui in Italia, in altre zone del mondo, ci sono numerose comunità isolate, che incontrano grandi difficoltà nell’accesso alle cure mediche, in particolare quelle situate nelle aree montuose, dove il trasporto ai centri è lungo e costoso. Gli ospedali in queste aree più remote spesso affrontano problemi di infrastruttura e fornitura.
Secondo un sondaggio condotto da Unmanned Airspace, 45 Paesi hanno implementato (o stanno considerando di implementare) droni per il servizio di consegna. Nel sondaggio sono stati identificati più di 20 progetti in corso incentrati sulla consegna di farmaci. La tendenza è che, tra qualche anno, questa pratica diventerà comune in più Paesi. In tempi di pandemia, progetti come questi possono servire da esempio e alternativa per le autorità e le istituzioni sanitarie di tutto il mondo.
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