La polizia nella città di Westport, negli Stati Uniti, ha iniziato a testare l’uso di droni in grado di rilevare i sintomi del coronavirus dalle persone e dall’aria circostante. Sotto osservazione, il rilevamento di starnuti e la misurazione della temperatura corporea e della frequenza cardiaca.
I voli di prova sono stati effettuati utilizzando i dispositivi della compagnia americana DraganFly, appositamente progettati per questa funzione e che sono stati chiamati “droni pandemici“, secondo quanto spiega il produttore in una nota.
I droni pandemici e come funzionano
I droni sono dotati di sensori e sistemi di visione artificiale in grado di rilevare i sintomi di COVID-19 nelle persone in luoghi pubblici, oltre a misurare la loro temperatura, frequenza cardiaca e frequenza respiratoria.
Inoltre, questo tipo di tecnologia è in grado di rilevare le persone quando tossiscono o starnutiscono in mezzo alla folla utilizzando un algoritmo di apprendimento profondo. I droni DraganFly possono identificare i sintomi nelle persone a una distanza di circa 58 metri.
Per fare ciò, usano la lettura dei dati biometrici, ma non usano il riconoscimento facciale, poiché il sistema cerca di “comprendere i modelli” per aiutare le autorità a “reagire più rapidamente alle potenziali minacce per la salute“.
Questo programma di droni verrà anche utilizzato per rilevare persone che non seguono misure di allontanamento sociale per prevenire la diffusione del virus e “adottare misure di sicurezza pubblica proattive“, spiega e puntualizza il produttore.
La polizia di Westport, una città vicino a New York, ha in programma di usare questi droni pandemici per proteggere le persone a rischio come gli anziani in spazi come spiagge, stazioni ferroviarie, parchi, aree ricreative, centri commerciali e altri luoghi con un afflusso di cittadini.