E se le abilità matematiche fossero solo una questione di genetica?

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Come esseri umani il nostro rapporto con le cose è sempre complicato e influenzato da fattori molto diversi che vanno dalla sfera psicologica ed emotiva, a quella fisica e razionale. Così può anche essere per la matematica, potremmo odiarla a causa di un trauma infantile, o per semplice disinteresse.

Per lo meno questo è tutto ciò che abbiamo sempre pensato, ma ora uno studio tedesco svela che alcune abilità matematiche potrebbero essere parte del nostro DNA e non modellabili o influenzabili dalle nostre esperienze. Insomma con alcune capacità matematiche, ci si nasce!

 

ROBO1, il gene delle abilità matematiche

I ricercatori che hanno condotto questo studio, sostengono infatti che circa 1/5 delle capacità matematiche può essere ricondotto al volume della materia grigia nel cervello, influenzato da un gene, chiamato ROBO1. Si tratta di un gene che regola lo sviluppo della materia grigia nella corteccia parietale destra, la regione del cervello coinvolta nella rappresentazione dei numeri.

Il volume della materia grigia in questa zona, è stato associato dai ricercatori ad una notevole capacità matematica. Analizzando il volume della materia grigia in questa zona in bambini tra i 7 ed i 9 anni, hanno visto come i modelli del volume corrispondessero al rendimento scolastico in matematica dei bambini.

Gli scienziati hanno inizialmente misurato la materia grigia nel cervello dei bambini tra i 3 ed i 6 anni, dunque in età pre-scolare e non ancora formati in matematica. Poiché diverse varianti del gene ROBO1 influenzano il volume della materia grigia, gli autori propongono che potrebbero aver posto le basi per le loro prestazioni matematiche. Secondo gli autori dunque, i dati suggeriscono che le influenze genetiche, come ROBO1, “scolpiscono” il modo in cui il cervello percepisce i numeri.

Alcuni ricercatori ritengono però che per quanto altamente probabile, lo studio non fornisce una prova definitiva dell’origine genetica delle abilità matematiche. Secondo alcuni infatti, l’istruzione matematica, anche informale, durante la prima infanzia, può rivelarsi la spinta maggiore per una migliore comprensione in futuro dei concetti matematici.

 

Ma è davvero solo genetica?

Anche se i bambini piccoli non hanno ancora studiato matematica a scuola, le loro future abilità potrebbero essere influenzate dal modo in cui i genitori o gli insegnanti delle scuole dell’infanzia, parlano di numeri o la frequenza con cui si dedicano ad attività matematiche come “giocare a giochi da tavolo che richiedono il conteggio, parlare di soldi mentre fanno la spesa, o misurare e contare mentre si cucina.”

Sappiamo che la genetica influenza l’abilità matematica. Ci sono infatti condizioni genetiche come la sindrome di Williams, la sindrome dell’X fragile o la sindrome di Turner, che sono associate a scarse capacità matematiche. Così come la crescente evidenza di prove genetiche alla base della discalculia.

Ma per quanto convincenti siano questi studi, il quadro generale è ancora immutato. L’abilità matematica può avere alcuni legami genetici, probabilmente spiega solo una piccola frazione di quella capacità. Anche in questo nuovo studio, i geni spiegano da soli soltanto il 20% delle capacità matematiche.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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