Ecco come il cervello si libera delle proteine responsabili dell’Alzheimer

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Nei pazienti affetti da malattia di Alzheimer, i frammenti di proteina beta-amiloide si accumulano nei tessuti e nei vasi sanguigni del cervello, probabilmente a causa di un meccanismo di eliminazione difettoso di queste sostanze. In esperimenti condotti sui topi, gli scienziati del Massachusetts General Hospital hanno scoperto che le pulsazioni spontanee dei vasi sanguigni, note anche come “vasomotion“, sono alla base del processo di eliminazione di queste sostanze dal cervello: in virtù di ciò, gli scienziati sostengono che cercare un modo per rendere più efficace questo processo possa aiutare a prevenire o trattare l’accumulo di beta-amiloide.

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Nel loro studio, pubblicato sulla rivista scientifica Neuron, i ricercatori hanno spiegato di aver iniettato un marcatore organico fluorescente chiamato “destrano” nel cervello di topi svegli e hanno poi condotto alcuni test per seguire il processo con cui la sostanza veniva smaltita. Gli esperimenti hanno rivelato che il processo di “vasomotion” era fondamentale per eliminare il destrano dal cervello e stimolare un aumento delle pulsazioni dei vasi sanguigni, aspetto questo che potrebbe aumentare le capacità di smaltimento di queste sostanze.

 

Contrazioni spontanee dei vasi sanguigni del nostro cervello potrebbero contribuire a smaltire la proteina responsabile dell’Alzheimer

Inoltre, nei topi con affetti da angiopatia amiloide cerebrale, una condizione che provoca l’accumulo di beta-amiloide nelle pareti dei vasi sanguigni del cervello, le pulsazioni dei vasi sono risultate irregolari e il processo di pulizia degli stessi è risultati molto meno efficace. “Siamo stati in grado di dimostrare per la prima volta che spontanee dilatazioni e contrazioni dei vasi sono uno dei principali fattori utili ad eliminare le sostanze di scarto prodotte dal cervello“, ha affermato Susanne van Veluw, autore principale dello studio e docente del dipartimento di Neurologia presso il Massachusetts General Hospital.

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I nostri risultati“, continua la dottoressa van Veluw, “evidenziano l’importanza della vascolarizzazione nella fisiopatologia della malattia di Alzheimer. Se orientiamo le strategie terapeutiche per promuovere la vascolarizzazione sana e quindi migliorare lo smaltimento della beta-amiloide da parte del cervello, potremmo essere in grado di prevenire o ritardare l’insorgenza della malattia di Alzheimer nel futuro“.

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