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Tesla firma l’Amicus Brief contro Trump, Musk non lascia il consiglio

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Elon Musk in queste ore ha firmato, in maniera totalmente volontaria, l’Amicus Brief presentato da 97 aziende contrarie al Muslim Ban del presidente Donald Trump.

L’Amicus Curiae, giuridicamente parlando, è un documento presentato volontariamente alla corte di un tribunale, per aiutare i giudici a decidere su di un caso. Chi presenta un Amicus Curiae non è una parte in causa nel processo, ma un soggeto esterno che vuole contribuire con il proprio punto di vista.

In questo caso quindi 97 aziende americane, tra cui Apple, Adobe, Bungie, Google, AirBNB, Microsoft, Autodesk, Reddit e tantissime altre (la lista completa è disponibile qui) hanno firmato un documento in cui spiegano dettagliatamente il motivo per cui il Muslim Ban di Donald Trump danneggia la loro attività professionale (è molto interessante, potete leggerlo qui). Unica grande esclusa è Amazon.

Il documento è indirizzato al tribunale di Washington, che è impegnato a deliberare la legittimità del Muslim Ban ideato da Trump. Il blocco islamico nel frattempo è stato sospeso.

Il motivo della protesta ha basi etiche ed allo stesso tempo pratiche. Da un punto di vista etico tutte le aziende fimatarie dell’Amicus Brief sono composte in larga parte da persone emigrate da altri paesi, ed il Muslim Ban di Donald Trump rende molto difficile, per queste persone, mantenere i rapporti con la famiglia. Da un punto di vista pratico invece, le aziende tecnologiche sono sempre alla ricerca di nuovi talenti, quindi se dovessero trovare un genio del codice in un paese bloccato, semplicemente non potrebbero assumerlo.

elon musk

Per questo ed altri motivi quindi, Tesla e SpaceX, entrambe proprietò di Elon Musk, hanno insistito per essere tra i firmatari del documento. L’evento è abbastanza particolare, ma sicuramente è anche motivato dal fatto che, dopo che il fondatore delle due aziende ha comunicato che non avrebbe abbandonato la carica di consigliere di Trump, su twitter sono comparsi come funghi tantissimi post di utenti che annunciavano di non voler più acquistare un prodotto da qualcuno che supporta una politica fascista e razzista.

L’approccio del CEO di Tesla in realtà non è esattamente scorretta, infatti Elon Musk non ha mai affermato di apprezzare la condotta politica di Donald Trump, ma anzi ha sempre affermato che Trump non fosse adatto, per molti motivi, a rivestire la carica di presidente degli Stati Uniti. Il suo ruolo di consigliere infatti, dovrebbe servire a “limitare” i danni del presidente, ed allo stesso tempo a gettare le basi per costruire l’utopia della civiltà universale, senza barriere e confini, e con accesso gratuito ed illimitato a fonti di energia pulita.

Donald Trump Elon Musk counselor

Una delle prime attività di Elon Musk, all’interno del consiglio di Trump, è una proposta per tassare ulteriormente i combustibili fossili, in nome di un’economia più rispettosa dell’ambiente. Una tassa sui combustibili fossili proposta dal proprietario del più famoso marchio al mondo di auto elettriche: forse che Elon Musk, oltre ad un lungimirante utopista, sia anche un ottimo uomo d’affari?

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