Encelado: metano e segni di vita per luna di Saturno

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Sotto la sua superficie ghiacciata, Encelado, una delle lune di Saturno, cela un oceano di acqua che sin dalla sua scoperta gli astronomi considerano un posto ideale in cui cercare tracce di vita aliena. Secondo un nuovo studio, pubblicato su Nature Astronomy, ora questa possibilità potrebbe non essere così remota e potremmo averne individuato i primi segnali.

 

Metano su Encelado: che sia merito di microrganismi?

Sembra infatti che su Encelado vi sia un’eccessiva quantità di metano, difficilmente spiegabile, a meno che qualcosa non la stia producendo. Qualcosa o qualcuno, dato che il metano può essere un segno di vita e questo surplus di metano sembra provenire proprio dall’oceano sotterraneo di questa luna ghiacciata. Secondo le ricerche sembra proprio che il metano sia compatibile con la presenza di organismi metanogeni nelle profondità di Encelado.

Il metano su Encelado è stato individuato grazie all’analisi dei dati ottenuti dalla sonda Cassini, che ha effettuato diversi sorvoli ravvicinati della luna. Uno di questi sorvoli fu effettuato proprio fra i pennacchi di vapore acqueo che dall’oceano sotterraneo eruttarono attraverso le fessure nel ghiaccio al polo sud di Encelado.

In questi pennacchi, la sonda Cassini, ha scovato anche particelle di ghiaccio, sali, idrogeno e molecole organiche. Tutto questo potrebbe far supporre che l’oceano che occupa l’intera superficie di Encelado, potrebbe avere una composizione simile ai nostri oceani terrestri.

 

Bocche idrotermali come quelle terrestri

Come sulla Terra, anche su questa remota luna vi sono delle bocche idrotermali sui fondali marini. È dunque possibile che, in modo analogo a quanto avviene sul nostro pianeta, anche su Encelado le bocche idrotermali supportino i metanogeni negli oceani della Terra.

Gli autori spiegano infatti che “le osservazioni della sonda spaziale Cassini della NASA hanno stabilito che la luna di Saturno Encelado ha un oceano liquido interno. L’analisi di un pennacchio di materiale oceanico espulso nello spazio suggerisce che sul fondo marino di Encelado sono presenti bocche idrotermali alcaline. Sulla Terra, tali bocche di acque profonde ospitano ecosistemi microbici ricchi di archaea metanogeni.”

Certo non è una novità che su Encelado sia presente del metano, ma quello che ha sorpreso i ricercatori in questo nuovo studio, è la quantità in cui questo è presente. Si tratta infatti di una concentrazione troppo alta e dunque difficile da spiegare tramite i comuni processi chimici che potrebbero aver luogo su questa luna.

Secondo Antonin Affholder dell’ENS Paris, autore principale, “i metanogeni sono in grado di spiegare la quantità di metano.” Dunque potrebbe davvero essere questa la spiegazione per la presenza di grandi quantità di metano su Encelado? La risposta è la presenza di vita aliena?

 

Le altre possibili spiegazioni e le analisi comparative

Per tentare di rispondere a queste domande, i ricercatori hanno considerato tutti i possibili scenari in cui il metano potrebbe essere prodotto nell’oceano di Encelado. Uno dei processi chimici presi in considerazione è la serpentizzazione, ovvero l’interazione di acqua calda e minerali nelle rocce che può creare idrogeno. Successivamente, le reazioni chimiche possono quindi combinare l’idrogeno e l’anidride carbonica per produrre metano.

I ricercatori hanno dunque ipotizzato uno scenario con metano prodotto per serpentizzazione e hanno confrontato, tramite analisi bayesiana, i risultati ottenuti con uno scenario in cui invece erano coinvolti i metanogeni.

I risultati di questo confronto sono stati a dir poco sorprendenti. Dai dati è emerso infatti che apparentemente su Encelado c’è troppo metano per essere il frutto della sola chimica inorganica. Nel loro articolo gli studiosi affermano dunque che le quantità di metano rilevate da Cassini “non possono essere spiegati esclusivamente dall’alterazione abiotica del nucleo roccioso per serpentinizzazione; sono compatibili con l’ipotesi di condizioni abitabili per i metanogeni; e indicano la probabilità più alta sotto l’ipotesi della metanogenesi, assumendo che la probabilità che la vita emerga sia sufficientemente alta.”

 

C’è dunque vita su Encelado?

Certo questo non ci da la certezza della presenza di metanogeni nell’oceano globale di Encelado ed è anche possibile che ci sia un eccesso di metano primordiale, rimasto dalla formazione della luna. O addirittura su questo satellite di Saturno potrebbe essere attivo un qualche altro processo ancora sconosciuto.

Come spiega Affholder, “non conosciamo l’origine di Encelado. Non conosciamo l’età di Encelado. Non conosciamo la natura precisa del metano. Per saperne di più, potremmo aver bisogno di una missione per esaminarlo.” Qualcosa di sicuro ribolle su Encelado, ma per avere la certezza che sia la vita, dovremmo tornare a studiarla.

Credito immagine: NASA/JPL-Caltech

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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