L’uomo è sempre alla ricerca di nuove fonti di energia rinnovabile, verde, o in questo caso blu. Questo particolare nome è stato probabilmente scelto per il fatto che sfrutta l’acqua, le zone in cui quella dolce incontra quella salata. Apparentemente gli scienziati dell’Università di Stanford hanno annunciato che lo sviluppo di una tecnologia economica e duratura che sfrutta questo aspetto. La pubblicazione parla di batteria che traggono fonte da luoghi in cui questo scambio avviene e promette di essere qualcosa di innovativo.
La batteria che questi ricercatori hanno messo appunto è capace di cattura l’energia senza membrane, parti in movimento o impiegando altre forme di energia nel processo, il dispositivo si limita a sfruttare i picchi salini. Sono già stati effettuati e il risultato è che è stata registrata un’effettiva produzione di energia. Il luogo che è stato scelto in cui avviene questo scambio sono le acque reflue provenienti dall’impianto regionale di Palo alto con l’acqua di mare dell’Half Moon Bay.
Energia blu: lo sfruttamento dell’incontro dell’acqua dolce con quella salata
In oltre 180 cicli i ricercatori sono riusciti a mantenere un’efficenza del 97% nel catturare l’energia tramite il gradiente di salinità. A livello dei numeri di produzione invece si parla di circa 0,55 kilowattora ogni metro cubo di acqua dolce che si mescola con quella di mare; questa quantità è in grado di alimentare una casa di medie dimensioni per circa 30 minuti. Sfruttando un normale impianto di trattamento delle acque reflue si potrebbe produrre 18 gigawatt nell’arco di un anno. Ovviamente è una tecnologia che deve migliorare, ma finora le aspettative sono altissime.