Nello spazio avvengono fenomeni di potenza inaudita, eventi che raggiungono la Terra solo tramite qualche echo sbiadito. Un qualcosa che si spera di non vedere nella nostra vicinanza è sicuramente un’esplosione termonucleare. Per fortuna l’evento rilevato dalla NASA era ben distante da noi, ma abbastanza vicina da essere catturata dai loro sensori. Cosa gli ha dato vita? Un pulsar, i resti di un stella dalle dimensioni ridotte il che gli ha impedito di diventare un buco nero.
L’ente spaziale statunitense è riuscito a individuare il fenomeno per via di un effetto secondario. L’osservatorio orbitale NICER ha captato il raggio X emesso dal pulsar. La potenza del fenomeno, giusto per snocciolare qualche numero rilasciata in appena 20 secondi eguaglia l’energia prodotta dal nostro sole in 10 giorni. Secondo gli esperti, il tutto è avvenuto per via dell’elio presente che affondando all’interno dell’oggetto ha dato via ad una sfera di carbonio.
Esplosione spaziale: l’ultimo canto di un pulsar
La dichiarazione di Peter Bult, astrofisico della NASA: “Questo scoppio è stato eccezionale. Vediamo un cambiamento in due passaggi della luminosità, che riteniamo sia causato dall’espulsione di strati separati dalla superficie pulsar e da altre caratteristiche che ci aiuteranno a decodificare la fisica di questi potenti eventi. Quindi l’elio esplode in modo esplosivo e scatena una palla di fuoco termonucleare su tutta la superficie della pulsar.”
Per una spiegazione migliore di quanto successo, qua sotto c’è un video spiegazione caricato su uno degli account YouTube della NASA. È ovviamente in inglese, ma risulta facilmente comprensibile per chiunque.