Parlare di Esports in termini di novità, nel 2020, è fuori luogo e, soprattutto, fuori tempo massimo. Eppure, benché anche in Italia esistano competizioni e campioni, la parola Esports a molti non dice granché e fa storcere il naso a chi le considera poco più che divertimenti per giovanissimi. In realtà, il settore degli Esports è in costante ascesa: i numeri non mentono.
Intanto, prima di guardare al presente e al futuro del settore, diamo una definizione di Esport a uso e consumo dei neofiti: gli Esports, detto in modo semplice, sono competizioni professionali di videogiochi. I videogiochi possono essere i più diversi: si va dalle simulazioni sportive (FIFA 20 su tutte) agli sparatutto, in prima o terza persona, come Fortnite, uno dei giochi di maggior successo degli ultimi anni, un’intuizione notevole della casa videoludica Epic Games.
Più la community di giocatori è grande, più le competizioni sono numerose: e con le competizioni, aumenta il giro di affari attorno al titolo. Tra i titoli di maggior successo, troviamo il già citato Fortnite, League of Legends, che in 24 eventi complessivi ha totalizzato premi per la bellezza di 73,5 milioni di euro, Call of Duty, Dota 2, Counter Strike: Global Offensive.
A dimostrazione della crescita del settore ecco i ricchi montepremi, che in alcuni casi hanno raggiunto cifre impensabili fino a qualche tempo fa: milioni di euro consegnati ai migliori giocatori, professionisti che guadagnano cifre elevatissime e che hanno dietro un team proprio come un qualsiasi altro sportivo di alto livello.
E a proposito di cifre, il report Global Esports Market di Newzoo, importante istituto di ricerca, dice che il mercato del settore degli Esports raggiungerà gli 1,1 miliardi di dollari nel corso del 2020. Se nel 2019 il settore era cresciuto del 22,4%, nel 2020 arriverà a un ragguardevole 15,7%. Cosa determina una crescita così elevata? Sponsorizzazioni, vendita dei diritti, merchandise e biglietti degli eventi contribuiscono all’impennata dei ricavi. Si calcola che nel 2020 saranno oltre 270 milioni le persone che assisteranno a un evento del settore.
Com’è ovvio, in un contesto con numeri del genere, le case videoludiche sono sempre più attente a sviluppare giochi per il settore Esports. Per esempio Riot Games ha lanciato la closed beta di Valorant, uno sparatutto in prima persona (FPS) ricco di azione e strategia che ha superato addirittura Fortnite con circa 1,7 milioni di utenti connessi alla piattaforma Twitch.
Il team dedicato agli Esports di Valorant, di recente, si è confrontato con circa 100 organizzazioni per capire come migliorare il gioco e, soprattutto, come creare competizioni videoludiche avvincenti: “Il nostro primo obiettivo sarà creare una partnership con giocatori, content creator, organizzatori di tornei e sviluppatori per creare l’ecosistema eSport di questo grosso progetto”, ha detto Whalen Rozelle, membro del team Valorant.
E pure il mondo del calcio professionistico si è accorto degli Esports. Fifa e Pes sono due titoli amatissimi dagli appassionati di simulazioni calcistiche e non si contano gli eventi dedicati ai due videogiochi. A dimostrazione dell’attenzione riservata a questo mondo, il Cagliari Calcio, di recente, ha acquistato due giocatori per il campionato di Serie A sia Fifa che Pes. Giuseppe Spagnolello, professionista del titolo Konami, e Cosimo Guarnieri, membro del team Romagnoli, faranno parte della società rossoblu, che si è avvalsa della collaborazione con l’agenzia specializzata Pro2Be Esports.
Il Cagliari non è l’unica società di A che si è buttata nella mischia degli Esports: le pioniere sono state la Sampdoria, l’Empoli e il Genoa, a cui si sono via via aggiunte le altre.
Concludendo, il futuro per gli Esports sembra davvero roseo. I numeri parlano chiaro: il settore è in espansione, la crescita è notevole e c’è sempre più considerazione attorno a un mondo che, piano piano, sta convincendo anche i più scettici, tanto che si parla persino di Olimpiadi. Il professionismo, d’altro canto, è una realtà da tempo e il giro d’affari molto ampio e diversificato. Ecco perché gli Esports sono destinati ad avere un futuro ancora più roseo di quanto già non lo sia il presente.
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