Nel 1838, una stella situata a 7500 anni luce di distanza dalla Terra, subì una violenta esplosione di massa. Le stella, chiamata Eta Carinae, grazie a questo evento diventò per qualche tempo la stella più brillante del cielo. Nonostante queste esplosioni non siano rare nella storia di Eta Carinae, gli effetti della Grande Eruzione del 1838 sono ancora visibili. Il Telescopio Spaziale Hubble della NASA/ESA ha catturato le immagini di questo spettacolo ancora in corso.
L’immagine scattata dalla Wide Field Camera 3 di Hubble è estremamente chiara, sono infatti ben visibili i raggi scaturiti dall’esplosione. Questi sono formati dalla polvere, dal gas e da altri filamenti rilasciati nello spazio circostante durante l’evento. Le nubi circostati invece, sono conosciute come “Nebulosa Homunculus“. Il loro aspetto blu è dovuto alla presenza del gas di magnesio incandescente. Esse sono state uno degli obbiettivi di Hubble fin dal suo lancio nel 1990.
Il team di scienziati che ha guidato il telescopio verso Eta Carinae aveva lo scopo di studiare la grande quantità di materiale incandescente espulso durante l’eruzione del 1840. La squadra si aspettava che la luce del magnesio provenisse dalla complessa serie di filamenti. Invece hanno scoperto che esso era situato tra la polvere e i filamenti ricchi di azoto.
Nathan Smith, dello Steward Observatory presso l’Università dell’Arizona, ha affermato: “Abbiamo scoperto una grande quantità di gas caldo che è stato espulso nella Grande Eruzione ma non è ancora entrato in collisione con l’altro materiale che circonda Eta Carinae. La maggior parte delle emissioni si trova dove ci aspettavamo di trovare una cavità vuota. Questo materiale extra è veloce, ed ha un’energia totale superiore a quella di un’esplosione stellare già potente“.
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