Come è noto, Facebook è il re dei social network e Mark Zuckerberg non lesina modifiche né aggiunte di funzionalità per far sì che non perda il suo dominio. Nondimeno, con il passare del tempo si fanno strada piattaforme alternative che lasciano maggior spazio all’utente e ai suoi interessi: si va da quelle dedicate alla promozione dei contenuti al fine di ottenere un profitto a quelle dedicate alle diverse professioni.
La nascita di queste nuove realtà è stata alimentata dalla volontà di creare più ambienti in cui gli utenti potessero interagire fra loro condividendo i propri contenuti, togliendo visibilità all’eccessivo numero di inserzioni pubblicitarie che popolano i social network più famosi. Si tratta di piattaforme con un numero di iscritti molto inferiore a quello di colossi come il già citato Facebook, Twitter e simili, a causa della minor diffusione e della loro comparsa in tempi piuttosto recenti.
Tuttavia, vi sono diverse caratteristiche che potrebbero favorire l’aumento della popolarità di questi ultimi. La più importante è, senza dubbio, la differenza nelle relative interfacce grafiche. In particolar modo, l’ultima variazione apportata da Zuckerberg ha reso poco intuitiva la fruizione sulla versione desktop, che di fatto assomiglia sempre di più alla versione mobile. In altre piattaforme, invece, prevale la tendenza alla sobrietà e alla semplicità, che facilita l’azione da parte degli utenti.
Al momento, l’unica pecca riscontrabile nei nuovi social è l’assenza di una vera integrazione con quelli più noti. L’unica funzione presente in alcuni di essi è la possibilità di condividere i post su altre piattaforme. Si tratta di una scelta che da un lato si pone come segno di concorrenza e competizione, ma dall’altro rischia di penalizzare proprio le piattaforme emergenti, le quali potrebbero avere maggiori difficoltà nel farsi conoscere. Sarà guerra oppure vedremo una maggior integrazione fra tutti i nuovi mezzi di comunicazione?
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