Negli anni ’90, nel reattore collassato di Chernobyl sono stati trovati per la prima volta dei funghi particolari; quest’ultimi sono appunto diventati famosi di recente, ma in realtà si conoscono da quasi 30 anni. I funghi in questione scoperti hanno una caratteristica particolare che li rende un ottimo oggetto di studio. Anche la NASA si è interessata tanto che ha raccolto ben 8 specie diverse provenienti dalla suddetta centrale nucleare e li ha spediti nello spazio.
I funghi sono stati mandati sulla Stazione Spaziale Internazionale per essere studiati con attenzione. Perché nello spazio e non sulla Terra? Ovviamente ci sono studi in corso anche qui, ma l’analisi che si può fare lassù è unica. Gli astronauti sono colpiti da radiazioni continue, livelli di molto più alti rispetto a quelli sottoposti da tutti noi. Comprendere il funzionamento in un ambiente del genere potrebbe tornare utile agli astronauti.
Funghi nello spazio: lo studio sulla Stazione Spaziale Internazionale
Il punto fondamentale della ricerca è scoprire come questi funghi assorbono le radiazioni. Nel momento in cui si riesce in questo allora si può pensare di provare a creare dei trattamenti che mimano tale capacità da usare sugli astronauti che intraprendo le missioni in orbita.
Passare del tempo nello spazio causa diversi effetti sul corpo umano. Molti di cambiamenti a cui si va incontro sono di natura fisiologica dovuti alla microgravità e anche all’impossibilità di tenere in movimento i muscoli in modo corretto. Altri cambiamenti invece sono proprio dati dalle radiazioni. Poter migliorare proprio tale aspetto sarebbe fondamentale per le future missioni e viaggi spaziali.